“Il blocco delle pensioni è inaccettabile e ci opporremo anche con la mobilitazione”. La Cgil boccia in toto la norma che prevede una stretta al 45% dell’indicizzazione per gli assegni di valore compreso tra 3 e 5 volte il minimo, quindi anche di poco superiori ai 1.400 euro mensili. “E’ una misura iniqua – dichiara Vera Lamonica, segretario confederale della Cgil con delega al welfare e alle pensioni – vessatoria che ancora una volta colpisce gli stessi e non le grandi ricchezze. E’ il segno – continua – di una manovra che scarica su lavoratori e pensionati il costo del risanamento e non colpisce la ricchezza”.
L’Inps, però, fa sapere attraverso un comunicato che le pensioni tra 3 e 5 volte il minimo (nello scaglione tra 1.428 e 2.380 euro mensili) saranno rivalutate al 100% nella fascia fino a 1.428 e al 45% nella fascia fino a 2.380.
“Quando uno osserva il contenuto vero della manovra capisce, guardando ad esempio l’incredibile vicenda del blocco delle pensioni, che si tratta della patrimoniale sui ceti medio-bassi del nostro Paese”. A dirlo è Nichi Vendola di Sel, che aggiunge: “Questa è la patrimoniale sui poveri. Nient’altro”. Il governatore della Puglia ne ha anche per i tagli agli enti locali. “La manovra Berlusconi-Tremonti candida chi dirige le amministrazioni territoriali, presidenti di Regione, di Province e sindaci a diventare esclusivamente dei curatori fallimentari. La manovra – prosegue il leader di Sel – era partita con gli effetti speciali degli annunci, che riguardano sempre il futuro, mai il presente, degli tagli alla casta e alla politica.
A scagliarsi contro il blocco delle pensioni è anche il Pd. “La misura colpirà 5 milioni di pensionati da 1.400 euro lordi al mese, che netti fanno 1.000 euro. Almeno. Perché – dichiara Stefano Fassina, responsabile Economia e lavoro del Pd – alla stretta si aggiungerà il peso di una serie di misure che ricadranno particolarmente sugli anziani”. Poi aggiunge il deputato del partito democratico “il blocco delle pensioni è solo una delle norme, c’è il ticket che pesa, soprattutto, sui pensionati visto che più di altri ricorrono al servizio sanitario nazionale. E ancora, l’aumento da 34 a 120 euro del bollo sui titoli a partire dai 1.000 euro investiti”. Infine il Pd, per voce del suo segretario, Pierluigi Bersani pone l’accento sui tagli agli enti locali. “Il governo scarica responsabilità su enti locali e sul futuro” e aggiunge “ai 47 miliardi annunciati non si arriva nemmeno lontanamente; almeno 30 miliardi investono direttamente politiche sociali e del territorio, aggredito nei servizi e negli investimenti. Tutto questo – conclude – avviene scaricando il problema sui governi che verranno”. Secondo l’Idv “lo stop alle rivalutazioni delle pensioni è un vero e proprio insulto a 13 milioni di pensionati – aggiunge il parlamentare dipietrista Felice Belisario – molti dei quali già stentano ad arrivare a fine mese”.
A ribadire quanto sia allarmante per le fasce deboli il blocco delle pensioni è anche il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni: “Il blocco delle rivalutazioni delle pensioni è socialmente ingiusto. Governo e Parlamento devono correggere il provvedimento. La norma che riduce la rivalutazione delle pensioni per la fascia da tre a cinque volte il trattamento minimo, tenendo conto dell’inflazione, rende ancora più vulnerabili quei pensionati che negli ultimi quindici anni hanno già visto ridursi il potere di acquisto delle loro pensioni. Non solo ci aspettiamo subito un chiarimento dal Governo, ma il Parlamento, nel percorso di approvazione della manovra stessa, potrà correggere questa palese iniquità, individuando nella riduzione dei livelli amministrativi, negli sprechi e nei costi impropri della politica, la copertura necessaria per dare soluzione ad un provvedimento ingiusto e socialmente non sostenibile”.