“La cameriera di DSK era una puttana”. Questo il titolo del New York Post di sabato, dopo i fatti che hanno cambiato, almeno per il momento, l’andamento della vicenda relativa a Dominique Strauss-Kahn e all’accusa di presunto stupro ai danni della cameriera del Sofitel, conosciuta con il nome di Ofelia. Le indagini avrebbero, infatti, consentito di riscontrare una serie di bugie raccontate dalla donna che ne metterebbero gravemente in dubbio la credibilità. Abbastanza per spingere il giudice Michael Obus a svincolare DSK dall’obbligo degli arresti domiciliari e consentirgli libera circolazione negli Stati Uniti.
La decisione del giudice non va, tuttavia, scambiata per un verdetto di assoluzione. Le indagini, infatti, proseguono e la prossima udienza resta fissata per il 18 luglio. Vale la pena ricordare che l’esame del Dna ha confermato il fatto (non negato da DSK) che fra i due ci sia stato un atto sessuale. Se forzato o no, rimane da stabilire. Secondo l’avvocato della donna, Kenneth P. Thompson, in un rapporto nelle mani degli investigatori, sarebbero contenute prove relative a una spalla lussata e a ecchimosi vaginali, riscontrate sul corpo di Ofelia, che confermerebbero la violenza dell’atto sessuale.
Il fatto che la donna abbia mentito, ad esempio per assicurarsi l’ingresso nel paese (circostanza comune ad un numero enorme di immigrati) o sulle sue tasse o su altri fatti, sicuramente importanti, tanto che potrebbero causarle l’espulsione dal paese, non significa però automaticamente che la violenza non ci sia stata.
Vale la pena ricordare anche che una giuria di New York, recentemente, ha condannato un violentatore per uno stupro ai danni di una prostituta, giusto per ribadire che nessun essere umano merita un atto di tale violenza.
Se la donna ha mentito sullo stupro è giusto che paghi le sue conseguenze. Altrettanto giusto è che ciò valga per DSK nel caso di colpevolezza. E al momento nessuno lo ha scagionato dalle accuse a suo carico. Perché il punto qui non è se lui fosse un donnaiolo, quale era, o lei una prostituta, quale probabilmente non era; il punto, su cui ci si augura la giustizia riesca a far luce, è capire se in quella stanza, il 14 maggio, Dominique Strass-Kahn abbia avuto un rapporto sessuale consenziente o se ha commesso violenza. Perché in quest’ultimo caso, si tratterebbe di un reato gravissimo anche se la vittima fosse davvero una squillo.