Il direttore del tg di La7 risponde all'ex conduttore di Annozero, che sul Fatto Quotidiano aveva scritto: "Io e lui diversamente liberi"
”Credo che la nostra libertà sia la stessa, identica anche a quella del cittadino che sceglie da chi farsi informare e come. Per questo mi sono battuto in tutti modi perché tu venissi a La7”. Enrico Mentana si rivolge al collega Michele Santoro e affida a una lettera sul Corriere della Sera la sua risposta all’intervento dell’ex conduttore di Annozero pubblicato ieri sul Fatto Quotidiano.
A Santoro, che commentando la rottura delle trattative con La7 ha definito se stesso e il direttore del tg “diversamente liberi”, Mentana risponde che “la libertà non è mai relativa”. “Dirigo un telegiornale, non una struttura clandestina – scrive – e tutti possono misurare la libertà di cui godo, e che mi sono presa attraverso la garanzia di risultati che porto all’editore”. “Ero stato il primo – aggiunge – a suonare l’allarme sul rischio di pressioni politiche, già il giorno dopo la puntata finale di ‘Annozero’. Ma so per esperienza diretta che forza, fermezza e dignità servono proprio a scardinare ogni vincolo o pressione. Per questo ho tentato di tenere aperto il canale di trattativa, sforzo certo velleitario, ma non insensato”.
“Resta un punto – conclude Mentana rivolgendosi a Santoro – la tua lettera agra, la tua polemica ricerca della diversità, confermano che certo non mi sono mosso in queste settimane per interessi di parrocchietta o di compagnucci. L’ho fatto proprio per amor di libertà, con l’idea che una rete libera possa ospitare tutte le voci di chi sa fare informazione. Certo non ne avrei tratto alcun vantaggio, se non quello di contribuire ancor di più a far crescere La7. Ci proverò lo stesso, insieme agli altri ‘diversamente liberi’”.