Una gelateria si inventa il gelato del duce, ovunque poster, fotografie e accendini con la foto di Mussolini. Neanche il sindaco di centrosinistra è riuscito a fermare i pellegrinaggi. E Forlì prende l'esempio: vuole diventare capitale dell'architettura del Ventennio. Giusto per prendersi un po' di fondi dall'Ue
E allora ecco che, come in ogni bottega che si rispetti, in una gelateria di viale Matteotti si è pensato di adeguare i prodotti alle preferenze (non solo culinarie) della clientela abituale, dando vita al ‘gelato del Duce’. La trovata, come riferisce la Voce di Romagna, è di due donne, Anahiti e Concetta, rispettivamente originarie di Cuba e del sud Italia, che da poco hanno aperto un locale nel centro della città. Lavorato con acqua al posto del latte, il gelato è scurissimo, di colore quasi nero, in pieno stile fascista. E può essere addirittura abbinato a una crema alla vaniglia, denominata ‘crema anni Venti’.
Questione di gusti, precisano le due donne, secondo le quali alla base dell’idea non c’è nessuna simpatia politica, ma solo l’intenzione di offrire qualcosa di diverso diverso alla clientela, che pare apprezzare. E c’è da scommettere che la nuova “golosità” tra qualche giorno andrà a ruba. Predappio, infatti, si prepara ad accogliere le decine di comitive che ogni anno, il 29 luglio, fanno tappa nella città per celebrare l’anniversario della nascita di Mussolini.
Un appuntamento chiave non solo per gli appassionati del littorio, ma anche per alcuni dei negozianti di questa piccola realtà sulle colline dell’Appenino forlivese, che conta poco più di seimila abitanti. Qui parte del commercio locale vive soprattutto sul ricordo del Ventennio. Dall’accendino alla maglietta, fino alla sveglia che scandisce le ore al suono di “Boia chi molla!”, a Predappio sembra che prima dell’appartenenza politica si guardi il portafoglio. Del resto i pellegrinaggi in camicia nera alla casa del Duce, e al cimitero di San Cassiano che accoglie le sue spoglie, non si sono mai fermati. Nemmeno dopo gli strali del sindaco Frassineti che, senza troppi giri di parole, nel 2009 invitò i turisti del fascismo a starsene a casa.
Una tendenza alla rievocazione del passato che quest’anno ha contagiato anche l’amministrazione rossa di Forlì. È di qualche settimana fa infatti l’avvio del progetto Atrium che, come anticipato dal fattoquotidiano.it, punta a rendere a tutti gli effetti la città romagnola “capitale” dell’architettura fascista. Sul piatto circa mezzo milione di euro per 30 mesi, fondi che oltre che sul capoluogo (destinatario di 390 mila euro circa) pioveranno su Castrocaro e, naturalmente, anche su Predappio.