Vignali per ora, forse, è salvo. Ma il buffet enogastronomico offerto dalla sua giunta, per portare in aula anche gli affamati consiglieri d’opposizione ed ottenere il numero legale per far partire la seduta del consiglio comunale, potrebbe non bastare.
“Dal punto di vista formale lo statuto del Comune parmense vuole che una mozione di sfiducia venga proposta da due quinti dei consiglieri e poi votata dalla metà più uno. Difficilmente la cosa accadrà”, suggerisce il politologo Marco Valbruzzi, “ma chi protesta fuori dal Palazzo Garampi può ricorrere ad un’azione popolare di raccolta firme per far decadere Vignali e la sua giunta”.
Una proposta legale che potrebbe rilanciare una protesta che rischia di tramutarsi in nulla di concreto: “Questo tipo di procedura può essere sponsorizzata da qualunque cittadino oppure dal prefetto. Si tratta di un esposto da depositare al tribunale civile e che poi verrà notificato a sindaco e consiglieri da far decadere. Successivamente sarà il tribunale amministrativo regionale ad esprimersi in merito”.
Un sistema che pare semplice e di sicuro effetto: “Vanno indicati in modo dettagliato i motivi per far decadere gli amministratori che non si ritengono adatti al loro ruolo pubblico. Per questo ci si può rifare al testo unico sugli enti locali dell’agosto del 2000 dove viene specificata con chiarezza la definizione su che cos’è un “buon amministratore”. Definizione ampiamente disattesa da Vignali e la sua giunta.
“La persistente violazione della legge sviluppatasi in ambienti vicini a molti componenti di questa giunta e i motivi di ordine pubblico potrebbero a loro volta risultare elementi cospicui per intraprendere un commissariamento prefettizio”, chiosa Valbruzzi, “ma si sa, una giunta comunale di centro-destra finita così nell’occhio del ciclone verrà difficilmente messa in discussione e commissariata da un ministero degli interni a sua volta di centro-destra”.
Un tentativo di incidere dentro al palazzo rimanendone fuori che potrebbe diventare qualcosa che va ben oltre il piano simbolico della lotta politica. Catering offerto dalla giunta di Vignali permettendo.