Alcuni mesi fa, al termine di un’intervista ad Emidio Clementi e Vittoria Burattini negli studi di Psicoradio, ci si dilettava in un classico gioco di associazioni mentali a microfoni aperti. Ad una parola proferita i nostri ospiti dovevano corrispondere con la prima che a bruciapelo saltava loro alla mente. Dopo aver udito la parola “massimo”, senza esitazione, i due membri dei Massimo Volume hanno esclamato: Carozzi!

Negli ultimi due decenni Massimo Carozzi è stato, ed è tuttora, una delle più importanti anime e menti musicali e artistiche della città felsinea. Nostra eccezionale guida all’interno della mostra dedicata ai suoi Zimmerfrei in corso in questi giorni al MAMbo di Bologna.

Campo | largo, a cura del romano Stefano Chiodi, è la prima grande personale riservata a questo originale collettivo attivo ormai da più di una decade e composto da Anna De Manincor, Anna Rispoli e dal già citato Massimo Carozzi. La mostra è stata inaugurata il 27 maggio e sarà visitabile sino al 28 agosto 2011 nelle sale del Museo d’Arte Moderna di Bologna, in via don Minzoni 14.

Nella hall d’ingresso dell’esposizione quattro video tra i più celebri e rappresentativi di Zimmerfrei: la serie di panorami dedicati a Bologna, Roma, Atene, Amburgo. Tutti filmati realizzati facendo una panoramica a trecentosessanta gradi di un ambiente urbano e che immortalano performer mentre compiono azioni semplici e lentissime nell’arco di molte ore. In postproduzione tutto viene accelerato di almeno venti volte ed il risultato che ne deriva è che, a differenza dei performer, i passanti e tutto ciò che si muove a velocità normale schizza via: “L’idea”, spiega Carozzi, “è quella di visualizzare un tempo parallelo che scorre accanto a quello reale”.

Nel salone del MAMbo vi è una grande installazione denominata Radura: una rete gigantesca, sospesa a mezz’aria sopra lo spazio centrale, immersa in un ambiente sonoro creato da cinque carillion da muro che leggono un nastro perforato e da un sintetizzatore analogico che produce un’onda che ha la stessa escursione della luce viola che scende dall’alto. L’ambiente della Radura serve propriamente a rilasciare i pensieri prima di addentrarsi e procedere verso destra nelle altre sale.

Citazione d’obbligo, inoltre, per una delle due splendide serie fotografiche: Tomorrow is the question, composta da una sequenza di scatti catturati sulla spiaggia di Coney Island, New York, dove i figli di famiglie di ebrei-russi vagano sul bagnasciuga con il viso dipinto con le classiche maschere di Halloween. Opera non solo carica di suggestioni ma alquanto rappresentativa poiché uno dei temi centrali della mostra è quello del futuro visto in una prospettiva generazionale.

Non è qui il caso di descrivere analiticamente l’intero percorso. Semmai sarebbe opportuno che possiate scoprire voi stessi la ricchezza e la complessità della proposta nel suo insieme. Occassione ghiotta, sabato 9 luglio, quando al MAMbo avrà luogo il secondo dei tre eventi proposti al museo da Zimmerfrei per valorizzare ulteriormente ed ampliare lo spettro della loro mostra.

Dopo l’incontro con Robert Storr, il curatore americano che ha diretto la Biennale di Venezia nel 2007, vi sarà una serata dal titolo assolutamente programmatico, realizzata in collaborazione con Sant’Andrea degli Amplificatori: Lunga notte in ascolto. Con ingresso libero fino ad esaurimento dei duecento posti disponibili.

“La serata è divisa in due”, racconta Massimo Carozzi, “nel corso della prima parte, tra le 21.30 e le 23.00, un quartetto di musicisti composto da me, Luciano Maggiore, Francesco Brasini e Dominique Vaccaro interpreterà ed interverrà in tempo reale sulle parole del filosofo Luigi Lombardi Vallauri, che sarà presente in carne ed ossa”

Presenza eccezionale, quella di Lombardi Vallauri al MAMbo: “l’abbiamo conosciuto grazie ad un suo ciclo di trasmissioni andate in onda su Rai Radio Tre, intitolato Meditare in Occidente. Proviene da una famiglia che fa parte delle alte sfere vaticane. Insegnava Filosofia del Diritto all’Università di Firenze e quando è diventato docente alla Cattolica è stato espulso per l’eterodossia delle sue tesi. Le sue trasmissioni sono meditazioni laiche, per nulla basate sull’oltremondano: esercizi concreti di visualizzazione di paesaggi reali o immaginari, come ad esempio deserti o megalopoli, e questo è un aspetto che ha sempre interessato molto Zimmerfrei. Attualmente Luigi Lombardi Vallauri è impegnato nella causa del vegetarianesimo: è vegano ed organizza a tal proposito incontri all’aria aperta. Detto così potrebbe sembrare un guru ma in realtà è una persona molto terra terra, non un santone bensì un filosofo”.

La seconda parte della serata inizierà verso le 23.30, terminerà intorno alle 2.00 e sarà composta da cinque concerti in solo. “Il primo sarà quello di Stefano Pilia, che attualmente è anche chitarrista dei Massimo Volume ed in passato ha collaborato per molte colonne sonore di Zimmerfrei”, spiega Carozzi, “poi sarà il turno di Giuseppe Ielasi, musicista ormai molto conosciuto anche a livello internazionale. A seguire Seiji Morimoto, giapponese residente a Berlino, proveniente dal mondo della sound art e utilizza piccoli dispositivi autocostruiti. Anche Olivier Di Placido vive a Berlino ma è francese. Suona la chitarra elettrica come fonte sonora: ad esempio suona il legno della chitarra ed il pick up ed ha una tecnica molto originale, tutta sua. Salvatore Arangio, infine, è un compositore e musicista siciliano che da molti anni vive a Bologna. Generalmente suona con laptop, tastierina Casio, dispositivi elettroacustici”.

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