Alla vigilia della riapertura dei mercati la Commissione ha deciso: gli investitori che detengano posizioni ribassiste rilevanti sui titoli azionari negoziati sui mercati italiani devono comunicarlo
In particolare, si legge nella nota diffusa dalla Commissione, dovranno essere rese note alla Consob le posizioni nette corte relative ai titoli azionari delle società quotate in Italia, quando superino determinate soglie quantitative. Il primo obbligo di comunicazione scatta al raggiungimento di una posizione netta corta uguale o superiore allo 0,2% del capitale dell’emittente, mentre successivamente si attiva per ogni variazione pari o superiore allo 0,1%. L’autorità spiega che così facendo “la normativa italiana viene allineata a quella in vigore nei principali Paesi europei, Germania in primis. Il provvedimento rafforza i poteri di vigilanza della Consob nell’attuale fase di mercato, caratterizzata da un elevato livello di volatilita’ nell’andamento delle quotazioni”. La Consob corre così ai ripari. Dopo lo scorso 8 luglio, ormai noto come “il venerdì nero”
Le banche italiane sono state l’oggetto principale degli attacchi, anche se il numero uno di via Nazionale, Mario Draghi, è intervenuto con parole rassicuranti per dirsi certo che gli intermediari nazionali supereranno – e “con un margine significativo” – gli stress test europei grazie alla loro adeguata capitalizzazione. Da qui la decisione la decisione della Consob. Il “consiglio” era arrivato in giornata anche da Lamberto Cardia, capo della Commissione dal 2003 al 2010: “Le vendite allo scoperto in presenza di una situazione di grave crisi andrebbero totalmente vietate per il periodo necessario o al massimo consentite nell’ambito della giornata”, ha detto oggi l’ex presidente.
La Consob già in passato era intervenuta sugli short selling dopo il panico sui mercati generato dal crac Lehman Brothers. Dopo Sec e Fsa, infatti, anche la Commissione italiana di vigilanza sui mercati avviò nell’autunno 2008 un deciso giro di vite sulle vendite allo scoperto deliberando, in quell’occasione, che la vendita di azioni di banche e imprese di assicurazioni quotate nei mercati regolamentati italiani e qui negoziate “dovesse essere assistita dalla disponibilità dei titoli da parte dell’ordinante al momento dell’ordine e fino alla data di regolamento dell’operazione”. In questo modo di fatto veniva impedita la pratica di vendita allo scoperto su quei particolari settori oggetto di attacco speculativo, che consiste appunto nella cessione di titoli che non sono materialmente in possesso del venditore.
L’intervento dell’Unione europea. Intanto il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, ha convocato una riunione di emergenza per questa mattina per discutere della crisi del debito nell’Eurozona. Smentita dallo stesso Van Rompuy, la voce che gli attacchi speculativi all’Italia siano oggetto dell’incontro, al vertice prenderanno parte il presidente della Commissione europea, Jose Manuel Barroso, il presidente della Bce Jean-Claude Trichet e quello dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker. Al centro del summit sarà la discussione sul secondo pacchetto di aiuti alla Grecia. All’incontro, proseguono le fonti, è stato invitato anche il commissario europeo agli Affari economici e monetari Olli Rehn.