La Casa Bianca resta fiduciosa: un accordo sull’aumento del tetto del debito ci sarà per evitare il primo default degli Stati Uniti che avrebbe – avverte il segretario al Tesoro, Timothy Geithner – effetti catastrofici. Sarebbe – rincara la dose il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), Christine Lagarde – uno “shock globale”: “non voglio pensarci neanche per un secondo”. Ma i contenuti e la tempistica di un accordo restano per ora un punto interrogativo, dopo la retromarcia repubblicana. Lo speaker della Camera, John Boenher, ha annunciato che non perseguirà più l’ipotesi di un ampio piano di riduzione del deficit e del debito da 4.000 miliardi di dollari, per concentrarsi su una misura più contenuta sui 2.000 miliardi di dollari che non includa un aumento delle tasse.
La nuova impasse sull’accordo, ancora una volta sulle tasse che Obama vuole alzare per i più ricchi scontrandosi con i repubblicani, apre due settimane di fuoco, entro le quali – aggiunge Geithner – un accordo è “necessario. Le negoziazioni non possono andare avanti fino al 2 agosto”. I repubblicani e i democratici “capiscono i rischi di un default”, precisa il segretario al Tesoro, mettendo in evidenza che, nonostante la retromarcia repubblicana, l’amministrazione continuerà a premere per un accordo il più ampio possibile. Geithner intanto cerca di smorzare le voci di una sua imminente uscita: “Resterò per un futuro prevedibile” replica ai rumors su un suo eventuale abbandono dell’incarico quando l’accordo sul debito sarà raggiunto.