La conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama si accorda sull'approvazione della manovra in Senato entro giovedì. Napolitano: "Vivo apprezzamento per la decisione"
Dopo un lungo silenzio che ha resistito al lunedì nero di Piazza Affari, Silvio Berlusconi torna a parlare. ”La crisi ci spinge ad accelerare il processo di correzione in tempi rapidissimi, a rafforzarne i contenuti, a definire compiutamente i provvedimenti ulteriori volti a conseguire il pareggio di bilancio nel 2014 – dice il premier -. Dobbiamo essere uniti coesi nell’interesse comune, consapevoli che agli sforzi e ai sacrifici di breve periodo corrisponderanno guadagni permanenti e sicuri”. Le sue parole arrivano dopo che è già stato raggiunto un accordo tra maggioranza e opposizione: la conferenza dei capigruppo del Senato ha deciso che il sì alla manovra arriverà entro giovedì, così da permettere il passaggio alla Camera domenica. In modo da rassicurare i mercati prima dell’apertura di settimana prossima. Un accordo che viene accompagnato dalle parole del neo segretario del Pdl Angelino Alfano: “L’ottima prova che il Senato della Repubblica sta offrendo, chiudendo i lavori dopodomani – afferma Alfano – deve completarsi con la rapidissima approvazione della manovra da parte della Camera”. La decisione dei capigruppo del Senato piace a Giorgio Napolitano, che, dopo avere tracciato per le opposizioni una linea di responsabilità, esprime vivo apprezzamento per la decisione assunta all’unanimità.
La manovra, dopo la fiducia della cancelliera Angela Merkel, ottiene anche il placet del commissario Ue agli Affari economici Olli Rehn: “Il pacchetto di misure pluriennali di consolidamento fiscale è accolto con molto favore – dice – ed è in linea con le raccomandazioni per raggiungere un pareggio di bilancio nel 2014 e accelerare la riduzione dell’elevato debito italiano”. A giustificare le pressioni dell’Europa per una rapida approvazione della manovra ci sono i rischi che corre l’intera Eurozona di essere trascinata da un’eventuale crisi italiana. Perché gli attacchi speculativi di questi giorni non hanno coinvolto solo Piazza Affari e titoli di Stato italiani, ma tutti i principali listini europei e i debiti sovrani di altri Paesi.
Anche a questo fanno riferimento le parole del Cavaliere. “La crisi di fiducia che si è abbattuta in questi giorni sui mercati finanziari colpisce anche l’Italia, ma la minaccia riguarda tutti, riguarda la moneta comune, il segno più concreto dell’unità dell’Europa. Le autorità europee e i governi nazionali sono impegnati a fondo per sventare il pericolo di un regresso che ci riporterebbe indietro di venti anni. Siamo in prima fila in questa battaglia”. “Per noi, per l’Italia – spiega il premier – è un momento certo non facile. La crisi ci coglie nel mezzo del forte processo di correzione dei conti pubblici che abbiamo da tempo intrapreso e rafforzato pochi giorni fa. La nostra capacità di mantenere i conti sotto controllo dopo lo scoppio della crisi finanziaria nel 2009 è stata superiore a quella di altri Paesi”.
“Gli interventi in discussione in Parlamento – garantisce il premier – accelerano la riduzione del debito. Già quest’anno porteremo il saldo primario in significativo attivo. Occorre eliminare ogni dubbio sulla efficacia e sulla credibilita’ della correzione, ma occorre anche operare per rimuovere gli ostacoli che frenano la crescita della nostra economia. Abbiamo l’Europa al nostro fianco e possiamo contare su innegabili punti di forza. Il governo è stabile e forte, la maggioranza è coesa e determinata. Le nostre banche sono solide e al riparo dai colpi che grandi istituti bancari esteri hanno dovuto subire e sono state pronte a rispondere agli inviti ad accrescere ulteriormente la loro capitalizzazione. La nostra economia è vitale. Può contare sulla capacità innovativa dei nostri imprenditori, sulla laboriosità dei nostri lavoratori, sul senso di responsabilità delle parti sociali. La fiducia nello sviluppo non è mai venuta meno, neanche in momenti più difficili di questo e poggia sull’impegno di tutte le forze politiche, al governo e all’opposizione, a difendere il Paese, le sue prospettive di crescita e il benessere dei suoi cittadini”.