Prima l’allarme lanciato più volte dai giornalisti del Tg1, ora quello del presidente Rai in persona, Paolo Garimberti. “Il calo di ascolti del telegiornale della prima rete è un problema serio”, così Garimberti si è espresso in audizione di Vigilanza. Lo share del tg targato Minzolini saranno oggetto di discussione nel cda fissato per il prossimo giovedì. Poi Garimberti ha posto l’accento sulla qualità dell’informazione. “Ora non si tratta più di questioni di pluralismo ma di qualità del prodotto dell’informazione” e ha aggiunto “non mi preoccupa il sorpasso del Tg5. Più volte si sono verificati. Ma – continua – la preoccupazione è il 20,6% del Tg1 perché questo significa che lo spettatore ha incominciato a capire che qualcosa non va, che – ribadisce – l’informazione non va bene, non è adeguata allo standard della rete ammiraglia”.

La risposta di Minzo sull’emorragia di ascolti, è quanto di più piccato si possa immaginare. “Se fossi in Garimberti, mi preoccuperei più della rete, di Rai1. Se il Tg1 – continua – ha perso nove punti dal 2008 ad oggi, la rete in prima serata ne ha persi 16, cioè quasi il doppio” e ancora “questo solo per dire come la faziosità spesso faccia scherzi alla memoria”. Ma il botta e risposta non finisce qui. Perché Garimberti replica: “Minzolini, invece di dare consigli agli altri su come fare il loro lavoro, si preoccupi di fare bene il suo, dei contenuti del suo tg e dei risultati che sono sotto gli occhi di tutti”.

Chi, invece, si dice sorpresa del calo degli ascolti del Tg1, è il direttore generale, Lorenza Lei. “Mi chiedo cosa sia successo”, ha affermato sempre davanti alla commissione vigilanza. Lei, ha cercato di analizzare gli ascolti delle edizioni giornaliere del telegiornale del primo canale Rai. “L’edizione delle 20 evidenzia una flessione di 2,7 punti percentuali di share, pari a 438 mila spettatori. Questi  – spiega – sono i dati oggettivi. Certo, quando il Tg1 delle 20 registra un ascolto vicino al 20% mi chiedo – aggiunge – cosa sia successo”.

Il direttore generale, si è soffermata poi su un’altra emorragia, quella di volti noti dalla tv di Stato. “L’azienda ha lavorato per recuperare Fabio Fazio. Il conduttore – dichiara – è tornato in azienda, perché era già uscito, aveva già avuto una trattativa con La7, anche se  mancava la firma”. Il dirigente ha spiegato i dettagli del contratto relativo al conduttore di Che tempo che fa.  “Il cda del 6 luglio ha approvato la proposta contrattuale triennale, dal 1 luglio 2011 al 30 giugno 2014, relativa all’impiego in esclusiva di Fabio Fazio in qualità di conduttore e – precisa – autore testi per la realizzazione di 64 puntate annue di Che tempo che fa, di 4 puntate speciali annue di prima serata del ciclo Che tempo che fa, nonché di 4 puntate speciali di prima serata del genere Vieni via con me”. Anche se il contratto di Fazio per mette una ‘scappatoia’ e cioè “una deroga in favore del conduttore, limitatamente alla prima annualità del contratto, per realizzare quattro speciali di prima serata a La7, purché non in sovrapposizione con la messa in onda di Che tempo che fa, e possibilità per Fazio di partecipare come ospite a quattro puntate l’anno, dal 1 luglio 2012 al 30 giugno 2014, a programmi che dovessero essere realizzati da Roberto Saviano presso un’altra emittente televisiva”. Il dg ha poi chiarito che Lucia Annunziata, realizzerà su Rai3 una nuova edizione di ‘In mezz’ora’ e che Giovanni Floris ha firmato un contratto triennale per Ballarò.

Inoltre, il caso Report e il nodo della cosiddetta manleva, in pratica la responsabilità legale che la Rai si assume rispetto alla trasmissione. Con l’azienda di Stato che ha sempre fatto orecchie da mercante alle richieste di Milena Gabanelli. “Farò il possibile – ha detto Lei – per garantire la messa in onda del programma ‘Report’ nei tempi previsti nel palinsesto approvato trovando una soluzione anche transitoria sul tema della tutela legale”. Infine, la questione Santoro e le eventuali proposte che il conduttore di Annozero potrebbe presentare ai dirigenti di viale Mazzini. “Non mancherò di valutare e sottoporre al Cda della Rai ogni interessante proposta editoriale che dovesse pervenire da Michele Santoro”. “La posizione di Santoro ha assunto come è ormai noto – afferma – una dimensione autonoma e distinta rispetto a quella degli altri collaboratori in ragione del complesso e risalente contenzioso che ha trovato soluzione in un accordo transattivo. E’, inoltre, in fase di perfezionamento la risoluzione anticipata e – conclude – incentivata del rapporto di lavoro a seguito della proposta irrevocabile dello stesso Santoro”. Sentita, poi, sulla struttura Delta, e cioè l’organizzazione occulta che sarebbe stata messa su per controllare l’informazione e al servizio del premier Berlusconi, il dg ha dichiarato: “Le inchieste interne su P4 e presunta struttura ‘Delta’ sono in corso, ma non ho subito nessuna pressione da chicchesia”.

Garimberti non si è soffermato solo sui numeri del tg1, ha sottolineato più volte che “il livello di evasione è del 27,4, una percentuale inaccettabile, quei 5-600 milioni di euro di evasione del canone andrebbero recuperati e gli investimenti pubblicitari non sono proporzionali agli ascolti. Non siamo – aggiunge – in una situazione di par condicio, c’è il grande mistero imprenditoriale della Rai che resta leader di ascolti ma raccoglie meno pubblicità di Mediaset“. Poi un monito: “O facciamo in modo che la barca Rai ritrovi la sua rotta, o affonda”.

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