Sono state registrate novecento scosse dall'inizio dell'anno. Ieri è stato necessario evacuare un ospedale. La protezione civile allertata, ma gli esperti dicono: "Gli eventi non sono mai prevedibili"
Dopo le scosse di un paio di mesi fa, la provincia romagnola di Forlì-Cesena è stata interessata, a partire dal tardo pomeriggio di ieri, da una sequenza di scosse sismiche che nei sismografi dell’istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia hanno raggiunto una magnitudo di 4,0 e una magnitudo di 3,9 rispettivamente alle 8.53 e alle 9.15 di questa mattina. L’epicentro, con profondità pari a 7,8 chilometri per la prima scossa e 7,4 chilometri per la seconda, è stato registrato nei territori comunali di Santa Sofia e Galeata, in piena Valle del Bidente.
Le autorità hanno imposto l’evacuazione dell’ospedale “Nefetti” di Santa Sofia: una ventina di pazienti sono rientrati nella struttura al termine dei sopralluoghi, quelli più gravi sono stati trasferiti nei nosocomi limitrofi. Nel frattempo, restano bollenti i centralini dei Vigili del fuoco. Da maggio a questa parte nel territorio si sono registrate complessivamente un centinaio di scosse con magnitudo superiore a 2,0. Senza dimenticare che, otto anni fa, nel gennaio 2003, proprio a Santa Sofia si registrò un sisma di magnitudo 4,29 che provocò diversi danni agli edifici (diverse le case lasciate dai residenti) ma nessuna vittima.
“Al momento non si segnalano danni a persone o cose”, conferma la Regione Emilia-Romagna con riferimento agli eventi delle ultime ore. L’agenzia regionale della Protezione civile riporta che “le scosse hanno provocato solo molta paura tra la popolazione”, trattandosi appunto di eventi sismici superficiali con profondità inferiore ai 10 chilometri. Sono stati attivati i Centri operativi comunali (Coc) di Protezione civile nei Comuni di Santa Sofia e Galeata, mentre una squadra del Servizio tecnico di bacino di Forlì-Cesena è al lavoro per valutare la situazione di agibilità degli edifici dal punto di vista strutturale.
In effetti, all’interno dell’ospedale di Santa Sofia si è vista qualche crepa: “Tenuto conto che si tratta di un edificio di recente costruzione, in cemento armato e recentemente sottoposto a miglioramento sismico, si è rassicurata la direzione sanitaria dell’azienda Asl di Forlì-Cesena circa l’idoneità della struttura a svolgere le funzioni sanitarie previste e mantenere i ricoverati nei reparti”, precisa la Regione.
La stessa agenzia regionale sta monitorando la situazione in raccordo con il dipartimento nazionale di Protezione civile, la direzione regionale dei Vigili del fuoco, la Prefettura, la Provincia di Forlì-Cesena e i Comuni interessati.
Il direttore dell’agenzia regionale di Protezione civile, Demetrio Egidi, d’intesa con il prefetto di Forlì-Cesena, Angelo Trovato, e la Provincia, ha attivato lo stato di attenzione per rischio sismico, inviando ai Comuni di Santa Sofia, Galeata, Premilcuore, Bagno di Romagna e agli altri enti-strutture interessate dagli eventi sismici una nota con le azioni da seguire previste nella pianificazione locale e provinciale di emergenza ai sensi del protocollo di intesa regionale siglato nel 2004, contenente norme di comportamento per i cittadini.
In particolare, si stanno verificando sul territorio interessato dal terremoto la disponibilità e l’operatività delle strutture per la prima assistenza con l’obiettivo di assicurare la pronta reperibilità delle strutture comunali garantendo, al contempo, un’informazione puntuale ai cittadini.
Proprio sul fronte trasparenza si fa sentire il consigliere regionale del Pdl forlivese, Luca Bartolini, che chiede un monitoraggio sugli edifici a rischio, ma anche di allestire subito una tendopoli a Santa Sofia per accogliere le richieste di quei cittadini che, per ora, non vogliono rientrare nelle proprie dimore. “Lo sciame sismico che si è abbattuto nell’alta Val Bidente sta portando grande preoccupazione tra la popolazione. C’è chi, memore del terremoto del 2003, ha paura di passare la notte nella propria abitazione. Per questo credo che la Protezione civile, di concerto con gli enti locali, la Prefettura e le forze dell’ordine, debba innanzitutto informare la gente su come comportarsi e dove rivolgersi, visto che nel piazzale di prima accoglienza Karl Marx di Santa Sofia, contrariamente a Galeata, non c’è né un tendone né una cucina da campo”, scandisce il consigliere regionale. Bartolini chiede dunque di “allestire subito qualche struttura mobile (tenda o container) per garantire un posto sicuro a chi volesse dormire fuori casa. Siamo vicini agli abitanti di Santa Sofia e dintorni, capiamo bene che queste sono ore di tensione”.
In definitiva, il consigliere regionale ricorda che “gli amministratori pubblici devono fare tutto il possibile per garantire, compatibilmente con queste scosse sismiche, la massima serenità ai cittadini: per sollecitare interventi ho presentato un’interrogazione urgente in Regione. Visto che un evento sismico ha raggiunto il quarto grado della scala Richter bisognerebbe partire anche con un monitoraggio degli edifici sensibili”.
Intanto, il presidente della Provincia di Forlì-Cesena, Massimo Bulbi, e il vice-presidente con delega alla Protezione civile, Guglielmo Russo, questa mattina, al termine di una breve seduta della Giunta provinciale, si sono recati a Santa Sofia per controllare di persona la situazione. In contatto con l’agenzia regionale della Protezione Civile, Bulbi e Russo hanno incontrato il sindaco di Santa Sofia, Flavio Foietta. Tutti si sono inoltrati in sopralluoghi sia in municipio sia alla casa di riposo San Vincenzo De’ Paoli. Al momento non sono segnalati danni strutturali alle strutture pubbliche. Bulbi e Russo si dicono “in costante contatto” con i tecnici dell’ufficio provinciale di Protezione civile presenti sul posto e con gli amministratori comunali.