La nuova sede del Comune di Bologna in Piazza Liber Paradisus è ufficialmente chiusa per la paura legionella. Come anticipato dal fattoquotidiano.it, da tempo, infatti, il consigliere comunale del Movimento Cinque Stelle Massimo Bugani e i sindacati di base denunciano il malfunzionamento del sistema di areazione, all’origine di malori tra i dipendenti.
Così sono arrivati i sigilli. Ma c’è di più:
secondo quanto è stato possibile ricostruire la struttura di Liber Paradisus non ha ancora il parere di agibilità dell’Ausl di Bologna. La società Newco Duc che ha progettato, costruito e che oggi gestisce le torri del nuovo comune non ha ancora consegnato la documentazione tecnica che consente all’azienda sanitaria di Bologna di dare un giudizio sull’agibilità o meno dell’edificio. Già nel marzo dello scorso anno, dopo le segnalazioni dei dipendenti che lamentavano malesseri di tipo respiratorio, l’Ausl aveva chiesto alla società di riesaminare i “parametri degli impianti di climatizzazione”. Richiesta ribadita 6 mesi fa e oggi ancora senza riscontro.
“I tempi d’attesa per ora rientrano nella prassi”, assicura Fausto Francia, direttore del dipartimento di sanità pubblica di Bologna. Intanto però, proprio questa mattina, il sindaco Virginio Merola ha imposto in sigilli per una settimana, dopo che alcuni rilievi hanno riscontrato la presenza di legionella e miceti all’interno di alcune vaschette di raccolta dell’acqua degli scarichi dell’aria condizionata. “Nessuna emergenza sanitaria” ha assicurato il sindaco, solo una misura “precauzionale”, adottata per salvaguardare la salute dei dipendenti comunali.
Intanto la chiusura. La decisione di Merola è arrivata questa mattina, subito dopo aver appreso i risultati degli studi realizzati da alcuni consulenti del Comune, i professori Mazzacane e Balboni dell’Università di Ferrara e il professor Semprini dell’Ateneo di Bologna, che hanno certificato la presenza di batteri di legionella in alcune vaschette di raccolta dell’acqua, prese a campione. Resta ora da verificare quale sia il livello di concentrazione di questi batteri, dal momento che la ricerca è stata solo di tipo qualitativo e non quantitativo. Da oggi intanto partiranno le operazioni di campionatura e le procedure di pulizia, in attesa di stimare il rischio dell’esposizione al batterio.
“Si tratta di un provvedimento inedito di fronte a una situazione inedita – ha detto questa mattina Merola – preso in attesa di valutare il rischio. È comprensibile il clamore e la preoccupazione ma non siamo di fronte a un’emergenza sanitaria, visto che non c’è stata nessuna infezione di legionella. È una misura preventiva per tutelare la salute dei dipendenti ed eliminare il problema alla radice. Se poi saranno riscontrati bassi livelli di concentrazione il comune chiederà che venga garantito un programma di pulizia costante”.
La nuova sede del Comune è ormai nell’occhio del ciclone da molto tempo. Le prime denunce di malori causati dal malfunzionamento sistema di areazione risalgono ai mesi successivi all’inaugurazione del 2008. I dipendenti avevano cominciato a lamentare bruciore agli occhi, irritazione delle vie respiratorie, cefalee e sonnolenza (malesseri che, assicura il medico del Comune Riccardo Arduini, non sono però riconducibili alla presenza di legionella) tanto che fino ad oggi 15 di loro hanno ottenuto in altre sedi comunali.
Segnalazioni raccolte e diffuse poi dalle Unioni sindacali di base e dal Movimento Cinque Stelle. Ed è di qualche settimana fa l’ultima interpellanza presentata dal consigliere Massimo Bugani (prima di lui si era già mosso l’attuale consigliere della Regione Giovanni Favia) alla quale avrebbe dovuto rispondere l’assessore alla Sanità Luca Rizzo Nervo giusto questo venerdì. Ora è lo stesso Bugani a chiedere la testa “di chi per mesi ha cercato di nascondere il problema. A partire da Rita Finzi, presidente della Newco Duc Bologna, la ditta che ha progettato, costruito e che ora gestisce l’intera struttura di Liber Paradisus”.
Intanto anche il sindaco ha lanciato l’avvertimento alla Newco: “Ora basta. I malesseri e i problemi sono durati anche troppo. Gli impianti della struttura devono funzionare perfettamente, altrimenti va ripensato la convenzione che il Comune ha con la società che la gestisce”. Presenti alla conferenza anche tutti i capigruppo dei partiti, convocati dallo stesso sindaco. “Se sarà necessario – ha detto Cathy La Torre di Sel – bisognerà trovare il coraggio di procedere per vie legali e chiedere il giusto risarcimento”.