L’onda lunga del ribasso patito nei giorni scorsi influisce sull’esito dell’emissione obbligazionaria a lungo termine realizzata dall’Italia nella mattinata odierna. Nell’asta appena conclusa, il Tesoro piazza sul mercato bond per 4,5 miliardi di euro facendo i conti con un pesante aumento dei premi concessi agli acquirenti: il Btp a 15 anni registra un poco confortante 5,9% sul rendimento, record assoluto dall’introduzione dell’euro; il titolo quinquennale viene invece immesso con un rendimento del 4,93%, il più elevato dal giugno 2008.

In quella che molti analisti individuano come una giornata chiave per avanzare ipotesi sul futuro prossimo dei conti pubblici italiani, viene dunque confermato l’effetto sfiducia originatosi nelle tre sedute incubo patite tra giovedì scorso e lunedì da Piazza Affari. Rispetto all’ultima asta, in pratica, il rendimento dei titoli è aumentato di 103 punti base mentre lo spread sul bund è salito a quota 297 (mercato secondario) evidenziando così un significativo aumento nella percezione del rischio. Fenomeno, quest’ultimo, particolarmente evidente sui titoli biennali collocati martedì al rendimento record del 3,67%, circa 1,5 punti percentuali /150 punti base in più rispetto all’asta precedente.

A destare maggiore preoccupazione sono però gli interessi maturati sui titoli biennali scambiati oggi sul mercato secondario (ovvero non oggetto di asta bensì di operazioni di trading tra gli investitori). I bond in scadenza 2013 registrano infatti un premio pari al 3,93% contro il 3,821% della Spagna. Come a dire che gli operatori percepiscono per la Penisola un rischio a breve termine addirittura maggiore rispetto a quello attribuito a Madrid. Una valutazione a modo suo clamorosa.

La domanda per i titoli italiani a cinque anni è stata quasi doppia rispetto all’offerta (193 obbligazioni richieste ogni 100 emesse) evidenziando un maggiore interesse dei mercati rispetto all’asta di martedì sui biennali che aveva chiuso un rapporto tra richiesta e disponibilità di 1,55 a 1.

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