Anche quest’anno infatti il sagrato antistante la chiesa e le vie del borgo saranno animati dalla XIV edizione di “Irlanda in Musica” – kermesse musicale, culturale e culinaria organizzata dalla Cooperativa Fedro, patrocinata dal Comune di Bobbio con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Piacenza. I concerti delle due serate finali, venerdì 15 luglio e sabato 16 luglio, vedono sul palco rispettivamente Derwish e Davide Van Der Sfroos.
I primi, formatisi nel 1989 nella contea irlandese di Sligo, rappresentano la quintessenza del Folk irlandese. I Derwish sono un gruppo affermato a livello europeo, tanto da rappresentare la Repubblica d’Irlanda all’Eurovision Song Contest 2007. La voce di Cathy Jordan accompagnata da violino, flauto, fisarmonica e strumenti tradizionali come mandola, bouzouki e bodhrán affascinerà il pubblico del Festival con reels, polke, jigs e slides.
L’onore di chiudere è tutto per Davide Van Der Sfroos, uno tra i più affermati esponenti contemporanei del folk italiano. Nell’ultimo Festival di San Remo la sua Yanez è arrivata al quarto posto dandogli la possibilità di girare l’Italia in tour. Le affinità tra lui e l’Irlanda non sembrerebbero molte. Tuttavia, a ben vedere, o meglio, a ben sentire, i Derwish e Van Der Sfroos cantano entrambi in due lingue minoritarie: gaelico e laghée, variante del dialetto comasco. Gli elementi melodici e ritmici, inoltre, possono risultare affini. Per gli organizzatori la sua presenza non è un azzardo, ma non possiamo garantire che non lo sia per San Colombano.
Non abbiamo invece dubbi nell’affermare che il nostro monaco irlandese gradirà l’offerta culinaria. Il malto e il luppolo verranno proposti in ogni loro forma. Dalle ore 19.30 in avanti gli stand offriranno piatti tipici della tradizione irlandese: stufato di Angus alla Guinness, costine e salamelle aromatizzate alla birra. I non amanti della bevanda nazionale irlandese non si spaventino: salumi, dolci bobbiesi e piatti tipici della Val Trebbia non mancheranno.
Non potrete infine esimervi da una passeggiata sul Ponte Gobbo. E questo per un duplice motivo. Innanzitutto, dopo tutto questo mangiare e questo bere gioverà alla digestione. In secondo luogo potrete dire di aver camminato su di un ponte quanto mai leggendario.
Fu proprio il nostro monaco a volerlo. Lo costruì con l’aiuto del Diavolo che volle in cambio l’anima del primo passante. Il lavoro fu appaltato a demoni di altezza diversa, e questo causò l’irregolarità dell’opera. Il monaco rispettò il patto, ma gabbò il demonio facendovi passare per primo un cane.
La cosa più curiosa – il cielo d’Irlanda continua a muoversi con noi – è che un certo James Joyce di Dublino ha scritto un racconto dal titolo “Il gatto e il diavolo” che ricalca la leggenda del Ponte del Diavolo (così i bobbiesi chiamano il ponte) eccetto alcuni particolari: la vicenda si svolge in una cittadina francese, la parte di San Colombano è interpretata dal sindaco e quella del cane da un gatto. L’irregolarità del ponte crediamo sia elemento, sia strutturale sia leggendario, prettamente italiano.
Matteo Poppi