La prima volta che vedemmo suonare Ernesto Vitolo pensammo fosse un marziano. Come tanti avevamo avuto modo di ascoltarlo nei dischi di Pino Daniele, Vasco Rossi, Edoardo Bennato, Renato Zero, Teresa De Sio, Eugenio Finardi, Alex Britti, Giorgia, Irene Grandi, Marina Rei e tanti altri, ma quando venne a mettere le tastiere in ‘A67 rimanemmo impressionati. Nello stesso momento in cui ascoltava il brano (per la prima volta) lo suonava senza che gli avessimo detto neanche la tonalità della canzone. Fece tre take (lo fermammo perché poi sarebbe stato difficile scegliere), ma scegliemmo la prima.
Per chi non lo conoscesse, Ernesto Vitolo è un pianista, organista e tastierista, considerato unanimemente tra i più grandi, in Italia, a suonare l’organo Hammond. Lo abbiamo incontrato perché ancora una volta ci ha onorati col suo Hammond in un brano del nostro prossimo disco. Ne abbiamo approfittato per fargli qualche domanda sul suo ultimo lavoro discografico, Vitologic. Un album live, prodotto dalla storica casa discografica napoletana Polosud, in cui ha proposto brani dei suoi precedenti album da solista: Piano & Bit (Bmg/Rca 1992) e Vintage Hands (Hullabaloo 2006) e altri scelti dalla sua attività live di questi anni, l’Hammond Duo.
Coadiuvato da preziosi musicisti, quali Franco Giacoia alla chitarra, Agostino Mennella alle percussioni, Vittorio Pepe al basso, e da vocalist come Annagaia Mariella, Monica Pujia e Virginia Sorrentino (presente nel video contenuto nel disco), l’album è articolato in due sezioni, la prima strumentale con Mediterranean Jazz Rock 4tet e la seconda “Hammond Duo”, in cui si dà spazio all’organo Hammond e dove troviamo cover riarrangiate dei Doors, Miles Davis, Chic Corea. Questo disco, come dice lo stesso autore nella presentazione sul sito della Polosud, raccoglie “la buona musica di una vita: la mia! O una vita per la buona musica? Vitologic è la mia risposta.”
Come nasce Vitologic?
Allora come per gli altri miei due Cd, la storia è lunga. Ad ogni modo, posso dire che Vitologic mi è stato commissionato da due pseudo-discografici, di cui uno a Milano. Non faccio nomi, ma queste persone hanno coinvolto me, il mio quartetto e tanti altri per il mastering, la copertina etc., facendoci lavorare per un anno, durante il quale le loro telefonate mi davano sempre l’ok per tutto. Poi, quando si è trattato di pagare, sono scomparse non rispondendo più al telefono per mesi… Risultato: ho dovuto saldare io il debito con gli amici musicisti che avevano lavorato al progetto e grazie poi alla cortesia e l’intervento di Ninni Pascale della Polosud sono riuscito a stamparlo.
Hai suonato con tanti artisti, con quali risuoneresti con piacere?
Mi piacerebbe ritornare a suonare con il Toni Esposito, ma quello sperimentale di un tempo, per intenderci della fine degli anni ’70, poi con De Rienzo, Fix e Karl Potter, la cui Bibbia, come per me, erano i Weather Report, gruppo ancora oggi insuperato!
Bollani o Allevi?
Bollani sicuramente!
Il tuo rapporto con le nuove tecnologie? Usi il pc e i plug-in o sei un integralista?
Uso tutto ciò che so e non so usare dal computer al programma Logic audio. Poi sostituisco quello che ho imbastito (ritmiche etc.) con “musicisti veri” lasciando però ciò che di elettronico mi piace. Il pianoforte, il Rhodes e l’ Hammond, invece, cerco sempre di realizzarli in studio con strumenti veri: non c’è n’ è per nessuno… i plug-in fino a un certo punto!
In Intro Efx hai campionato la voce di James Senese: stai con lui dagli esordi dei Napoli Centrale, cosa ha rappresentato per te questo gruppo?
Io sono con Napoli Centrale dagli anni ’90 con puntatine anche negli ’80. Come ti dicevo ero nel gruppo di Toni Esposito nello stesso periodo. Anche per James i Weather Report e il jazz elettrico di Miles hanno e continuano ad avere la stessa importanza di allora. In più James è riuscito in quegli anni ad inserire la voce nella musica strumentale, con particolari melodie e testi in dialetto napoletano. Un po’ come ha fatto dopo Daniele, che però si è diretto verso un pubblico più vasto. Non dimentichiamo che Pino Daniele ha iniziato a masticare musica proprio con Napoli Centrale…
Il disco ha diverse atmosfere, si passa dal new age, al jazz finendo con una versione di Light my fire dance anche se il disco è essenzialmente fusion. Che musica ascolti?
Io suono tutto ciò che ho ascoltato e filtrato negli anni con una predilezione per il jazz rock. La mia musica non è né jazz, né new age, fusion, né rock né elettronica ma è un po’ di tutto questo, specie per quanto riguarda la parte ritmica. Cerco però sempre di inserire la mia “napoletanità” nelle linee di melodia. Oggi ascolto un po’ di tutto, mi piacciono le contaminazioni più varie fatte con gusto, ma per studio ascolto sempre jazz o musica classica: da lì viene tutto!
Che musica hai iniziato a suonare e ad ascoltare?
Beh, io ho iniziato a strimpellare la fisarmonica a 6 anni, il violino a 9 e il pianoforte a 11, suonando pezzi italiani dell’epoca tipo le cover dei Procol Harum fatte ai tempi dai Camaleonti ma anche canzonette tipo Marina Marina… poi a 12 anni ho ascoltato il suono dell’ Hammond di Brian Auger Keith Emerson e Jimmy Smith, che mi hanno fatto capire di amarlo sempre di più. Ho suonato il rock dei Deep Purple, Led Zeppelin, Huriah Reep etc. poi ho scoperto molto dopo il jazz elettrico dei Weather…
Cosa consiglieresti a un aspirante tastierista e pianista?
Per prima cosa direi di seguire il proprio istinto musicale approfondendo ascolto e tecnica dello strumento, ma specialmente di suonare con altri musicisti e mettere in pratica ciò che si è studiato. Non si diventa bravissimi da soli a casa, a meno che non si voglia fare il concertista solista. Come seconda cosa suggerirei di non intraprendere la musica come un lavoro ma possibilmente come hobby, visto che la musica, insieme alla pittura, è un’arte. Certo non la pensano come me quelli che con la musica sono diventati ricchi e famosi.
A67
Crossover-Rock Band
Musica - 16 Luglio 2011
Vitolo: intervista al re dell’organo Hammond
La prima volta che vedemmo suonare Ernesto Vitolo pensammo fosse un marziano. Come tanti avevamo avuto modo di ascoltarlo nei dischi di Pino Daniele, Vasco Rossi, Edoardo Bennato, Renato Zero, Teresa De Sio, Eugenio Finardi, Alex Britti, Giorgia, Irene Grandi, Marina Rei e tanti altri, ma quando venne a mettere le tastiere in ‘A67 rimanemmo impressionati. Nello stesso momento in cui ascoltava il brano (per la prima volta) lo suonava senza che gli avessimo detto neanche la tonalità della canzone. Fece tre take (lo fermammo perché poi sarebbe stato difficile scegliere), ma scegliemmo la prima.
Per chi non lo conoscesse, Ernesto Vitolo è un pianista, organista e tastierista, considerato unanimemente tra i più grandi, in Italia, a suonare l’organo Hammond. Lo abbiamo incontrato perché ancora una volta ci ha onorati col suo Hammond in un brano del nostro prossimo disco. Ne abbiamo approfittato per fargli qualche domanda sul suo ultimo lavoro discografico, Vitologic. Un album live, prodotto dalla storica casa discografica napoletana Polosud, in cui ha proposto brani dei suoi precedenti album da solista: Piano & Bit (Bmg/Rca 1992) e Vintage Hands (Hullabaloo 2006) e altri scelti dalla sua attività live di questi anni, l’Hammond Duo.
Coadiuvato da preziosi musicisti, quali Franco Giacoia alla chitarra, Agostino Mennella alle percussioni, Vittorio Pepe al basso, e da vocalist come Annagaia Mariella, Monica Pujia e Virginia Sorrentino (presente nel video contenuto nel disco), l’album è articolato in due sezioni, la prima strumentale con Mediterranean Jazz Rock 4tet e la seconda “Hammond Duo”, in cui si dà spazio all’organo Hammond e dove troviamo cover riarrangiate dei Doors, Miles Davis, Chic Corea. Questo disco, come dice lo stesso autore nella presentazione sul sito della Polosud, raccoglie “la buona musica di una vita: la mia! O una vita per la buona musica? Vitologic è la mia risposta.”
Come nasce Vitologic?
Allora come per gli altri miei due Cd, la storia è lunga. Ad ogni modo, posso dire che Vitologic mi è stato commissionato da due pseudo-discografici, di cui uno a Milano. Non faccio nomi, ma queste persone hanno coinvolto me, il mio quartetto e tanti altri per il mastering, la copertina etc., facendoci lavorare per un anno, durante il quale le loro telefonate mi davano sempre l’ok per tutto. Poi, quando si è trattato di pagare, sono scomparse non rispondendo più al telefono per mesi… Risultato: ho dovuto saldare io il debito con gli amici musicisti che avevano lavorato al progetto e grazie poi alla cortesia e l’intervento di Ninni Pascale della Polosud sono riuscito a stamparlo.
Hai suonato con tanti artisti, con quali risuoneresti con piacere?
Mi piacerebbe ritornare a suonare con il Toni Esposito, ma quello sperimentale di un tempo, per intenderci della fine degli anni ’70, poi con De Rienzo, Fix e Karl Potter, la cui Bibbia, come per me, erano i Weather Report, gruppo ancora oggi insuperato!
Bollani o Allevi?
Bollani sicuramente!
Il tuo rapporto con le nuove tecnologie? Usi il pc e i plug-in o sei un integralista?
Uso tutto ciò che so e non so usare dal computer al programma Logic audio. Poi sostituisco quello che ho imbastito (ritmiche etc.) con “musicisti veri” lasciando però ciò che di elettronico mi piace. Il pianoforte, il Rhodes e l’ Hammond, invece, cerco sempre di realizzarli in studio con strumenti veri: non c’è n’ è per nessuno… i plug-in fino a un certo punto!
In Intro Efx hai campionato la voce di James Senese: stai con lui dagli esordi dei Napoli Centrale, cosa ha rappresentato per te questo gruppo?
Io sono con Napoli Centrale dagli anni ’90 con puntatine anche negli ’80. Come ti dicevo ero nel gruppo di Toni Esposito nello stesso periodo. Anche per James i Weather Report e il jazz elettrico di Miles hanno e continuano ad avere la stessa importanza di allora. In più James è riuscito in quegli anni ad inserire la voce nella musica strumentale, con particolari melodie e testi in dialetto napoletano. Un po’ come ha fatto dopo Daniele, che però si è diretto verso un pubblico più vasto. Non dimentichiamo che Pino Daniele ha iniziato a masticare musica proprio con Napoli Centrale…
Il disco ha diverse atmosfere, si passa dal new age, al jazz finendo con una versione di Light my fire dance anche se il disco è essenzialmente fusion. Che musica ascolti?
Io suono tutto ciò che ho ascoltato e filtrato negli anni con una predilezione per il jazz rock. La mia musica non è né jazz, né new age, fusion, né rock né elettronica ma è un po’ di tutto questo, specie per quanto riguarda la parte ritmica. Cerco però sempre di inserire la mia “napoletanità” nelle linee di melodia. Oggi ascolto un po’ di tutto, mi piacciono le contaminazioni più varie fatte con gusto, ma per studio ascolto sempre jazz o musica classica: da lì viene tutto!
Che musica hai iniziato a suonare e ad ascoltare?
Beh, io ho iniziato a strimpellare la fisarmonica a 6 anni, il violino a 9 e il pianoforte a 11, suonando pezzi italiani dell’epoca tipo le cover dei Procol Harum fatte ai tempi dai Camaleonti ma anche canzonette tipo Marina Marina… poi a 12 anni ho ascoltato il suono dell’ Hammond di Brian Auger Keith Emerson e Jimmy Smith, che mi hanno fatto capire di amarlo sempre di più. Ho suonato il rock dei Deep Purple, Led Zeppelin, Huriah Reep etc. poi ho scoperto molto dopo il jazz elettrico dei Weather…
Cosa consiglieresti a un aspirante tastierista e pianista?
Per prima cosa direi di seguire il proprio istinto musicale approfondendo ascolto e tecnica dello strumento, ma specialmente di suonare con altri musicisti e mettere in pratica ciò che si è studiato. Non si diventa bravissimi da soli a casa, a meno che non si voglia fare il concertista solista. Come seconda cosa suggerirei di non intraprendere la musica come un lavoro ma possibilmente come hobby, visto che la musica, insieme alla pittura, è un’arte. Certo non la pensano come me quelli che con la musica sono diventati ricchi e famosi.
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Napoli, 13 mar. (Adnkronos/Labitalia) - In una Campania in crescita, ma ancora segnata dal fenomeno della fuga di talenti, il legame tra formazione universitaria e sviluppo economico diventa cruciale. Se ne è discusso presso la Sala D’Amato dell’Unione Industriale Napoli, durante l’evento 'Muoversi nelle professioni e sul territorio', promosso dalla Luiss e dedicato alle lauree magistrali dell’Ateneo.
“La Luiss lavora in prima linea per costruire corsi di laurea magistrale strettamente legati alle necessità del mercato del lavoro. Pur avendo sede a Roma, dedichiamo particolare attenzione alla Campania, seconda regione di provenienza dei nostri studenti e territorio ricco di opportunità nei settori chiave come turismo, agroalimentare e aerospazio. Il nostro obiettivo è collaborare con le imprese campane affinché i nostri studenti possano realizzarsi professionalmente all’interno di esse, raggiungendo posizioni apicali”, ha spiegato Enzo Peruffo, Dean della Graduate School Luiss e responsabile dello sviluppo dei percorsi magistrali dell’Ateneo.
Durante l’incontro sono state illustrate anche le caratteristiche dell’offerta formativa Luiss: “E' importante farsi guidare dalle proprie passioni e dai propri interessi, ma anche essere pronti a sviluppare nuove competenze trasversali, saper dialogare con l’intelligenza artificiale con solide competenze verticali e lavorare sulle life skills, le cosiddette competenze della vita. Solo così si potranno affrontare le trasformazioni attuali e future. Per noi è fondamentale interagire con tutte le realtà del territorio, da cui traiamo spunto per disegnare un’offerta formativa sempre più aderente alle esigenze del mercato del lavoro. Il nostro obiettivo è formare studenti altamente preparati, motivati e appassionati, in grado non solo di entrare nel mondo del lavoro, ma di costruire percorsi di carriera soddisfacenti e di successo”.
Roma, 13 mar. (Adnkronos/Labitalia) - Si è conclusa oggi la terza edizione del Welfare day evento di riferimento per il mondo del welfare aziendale, organizzato da Comunicazione Italiana in collaborazione con Pluxee Italia, player globale leader nei benefit aziendali e nell’employee engagement. La giornata, ospitata presso Palazzo dell’Informazione in Roma e trasmessa in diretta su www.comunicazioneitaliana.tv, ha offerto spunti concreti su come le imprese possano integrare il welfare nelle proprie strategie, favorendo sostenibilità, engagement dei dipendenti e innovazione.
L'evento si è aperto con il Keynote Speech di Pluxee Italia, in cui Anna Maria Mazzini e Tommaso Palermo - rispettivamente Chief Growth Officer e Managing Director di Pluxee Italia - hanno evidenziato come il welfare aziendale stia evolvendo in una strategia collettiva, guidata dalla digitalizzazione e dalla crescente personalizzazione dei servizi. Attraverso dati e case study, è emerso come la tecnologia stia rivoluzionando la gestione del benessere dei dipendenti, rendendolo più accessibile ed efficace. Durante l’evento Pluxee ha presentato anche la nuova piattaforma welfare: un’innovazione che amplia l’offerta dei servizi offerti, basata su flessibilità, accessibilità e ampiezza del network.
Nel corso delle tre sessioni talk show, con la partecipazione di Chro, welfare manager e altre figure hr chiave di aziende del Paese, sono stati affrontati alcuni dei temi più rilevanti per il futuro del welfare. Nel primo, 'Welfare strategico: l’alleanza tra hr e business e la creazione di valore sostenibile', con la conduzione di Esther Intile di Enel Group, è stato approfondito il legame tra il welfare aziendale e la sostenibilità delle imprese. Tra i punti emersi, la necessità di un approccio integrato tra hr e business per massimizzare l’impatto positivo del welfare sulla produttività e sulla retention dei talenti.
Nel secondo panel, “Il ruolo dei benefit aziendali all'interno della strategia di welfare”, si è discusso di come i benefit siano passati da strumenti standardizzati a soluzioni sempre più personalizzate, grazie all’ascolto attivo delle esigenze dei dipendenti e all’uso di piattaforme digitali. Relatori e relatrici hanno sottolineato l'importanza di costruire un ecosistema aziendale basato sulla flessibilità e sull’inclusione, ma hanno anche posto l’accento su una criticità diffusa: troppi dipendenti non conoscono o non sfruttano i benefit a loro disposizione. Servono quindi strategie di comunicazione più efficaci per favorire un reale engagement.
Il terzo e ultimo talk show, “La centralità del welfare nelle strategie di attraction e retention”, ha posto l’attenzione sulla crescente importanza del welfare come strumento di attrazione e fidelizzazione dei talenti. Tra le best practice emerse, il rafforzamento di benefit legati alla salute, al sostegno alla genitorialità e al benessere psicologico, aspetti ormai fondamentali per le nuove generazioni di lavoratori.
La sfida è coniugare ascolto e personalizzazione, superando l’approccio one-size-fits-all e costruendo soluzioni di welfare sempre più dinamiche, scalabili e in linea con le nuove esigenze del mondo del lavoro. Un welfare aziendale davvero efficace non solo migliora il benessere di lavoratori e lavoratrici, ma genera un impatto positivo sull'intera organizzazione, contribuendo alla sostenibilità e alla crescita nel lungo periodo. Durante l’evento hanno condiviso la loro esperienza le seguenti aziende: Altergon Italia, Atac, Eidosmedia, Fater, Fedegroup, Fendi, Hewlett Packard Enterprise, Philip Morris International, Procter & Gamble, Rheinmetall Italia, Ria Money Transfer e Tim. L’evento potrà a breve essere riascoltato su www.comunicazione.tv. L’appuntamento con il Welfare day si rinnova per il 2026, con l’obiettivo di continuare a tracciare il futuro del welfare aziendale in Italia.
Milano, 13 mar. (Adnkronos) - "Procederemo a tutelare la reputazione e l’onorabilità dello studio legale Giarda nelle opportune sedi competenti, come, del resto, già avvenuto in passato nei confronti dello stesso avvocato Massimo Lovati, confidando che questa vicenda possa finalmente trovare la giusta definizione, da tempo auspicata anche dal fondatore dello studio". Gli avvocati Fabio ed Enrico Giarda, ex difensori di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, replicano così alle affermazioni del difensore di Andrea Sempio, nuovamente indagato per il delitto di Garlasco, che ha sostenuto che "l'indagine del 2017 è stata frutto di una macchinazione".
Dichiarazioni ritenute dai fratelli Giarda "del tutto gratuite e gravemente lesive. L'avvocato Lovati evidentemente dimentica che la denuncia a suo tempo presentata nel 2017 da Andrea Sempio nei confronti dello studio legale Giarda e degli investigatori incaricati è stata archiviata nel 2020 dal gip di Milano, che nella sua ordinanza ha certificato l’assoluta correttezza dell’attività di raccolta e successiva estrazione dai reperti".
Milano, 13 mar. (Adnkronos) - "Il mercato domestico è in leggera crescita, sia a volume che a valore. Noi siamo cresciuti un po’ più del mercato, abbiamo guadagnato un +2,6 contro il 2% del mercato". Lo afferma Renato Roca, country manager di Findus Italia, all’evento ‘100%: il nostro percorso di sostenibilità’, organizzato oggi a Milano da Findus per celebrare il traguardo del 100% di prodotti ittici certificati Msc e Asc.
“L'Italia non è un Paese da grandissime crescite nel food nel largo consumo - spiega Roca - però è un mercato che sta continuando a dare una buona soddisfazione da quando siamo usciti dai periodi un po’ tesi della grande morsa inflattiva del 2022 e 2023. Dal 2024 il mercato si è normalizzato, anche grazie a iniziative, come la nostra, di comunicazione, di riposizionamento prezzi, che hanno un po’ smosso le acque. Siamo quindi molto fiduciosi”.
Come sottolineato anche all’incontro con la stampa organizzato oggi all'Acquario civico di Milano, quello del surgelato è un settore che “intercetta una serie di trend, come quello dell'anti spreco ma anche dell’attenzione alle abitudini alimentari. Il nostro portafoglio prodotti è composto all'80% da pesce e vegetali e adesso abbiamo anche il pollo - conclude il country manager di Findus Italia - Quello che è confortante come dato è che il mercato ha riacquistato l'1% delle famiglie che erano uscite, noi abbiamo riacquisito 2 punti di penetrazione tra le famiglie acquirenti e il pesce, in particolare, ne ha acquisiti 4”.
Milano, 13 mar. (Adnkronos) - "Il mercato domestico è in leggera crescita, sia a volume che a valore. Noi siamo cresciuti un po’ più del mercato, abbiamo guadagnato un +2,6 contro il 2% del mercato". Lo afferma Renato Roca, country manager di Findus Italia, all’evento ‘100%: il nostro percorso di sostenibilità’, organizzato oggi a Milano da Findus per celebrare il traguardo del 100% di prodotti ittici certificati Msc e Asc.
“L'Italia non è un Paese da grandissime crescite nel food nel largo consumo - spiega Roca - però è un mercato che sta continuando a dare una buona soddisfazione da quando siamo usciti dai periodi un po’ tesi della grande morsa inflattiva del 2022 e 2023. Dal 2024 il mercato si è normalizzato, anche grazie a iniziative, come la nostra, di comunicazione, di riposizionamento prezzi, che hanno un po’ smosso le acque. Siamo quindi molto fiduciosi”.
Come sottolineato anche all’incontro con la stampa organizzato oggi all'Acquario civico di Milano, quello del surgelato è un settore che “intercetta una serie di trend, come quello dell'anti spreco ma anche dell’attenzione alle abitudini alimentari. Il nostro portafoglio prodotti è composto all'80% da pesce e vegetali e adesso abbiamo anche il pollo - conclude il country manager di Findus Italia - Quello che è confortante come dato è che il mercato ha riacquistato l'1% delle famiglie che erano uscite, noi abbiamo riacquisito 2 punti di penetrazione tra le famiglie acquirenti e il pesce, in particolare, ne ha acquisiti 4”.
Roma, 13 mar. - (Adnkronos) - Quella di oggi, per il governatore Francesco Rocca, è “una bella giornata, che ci ricorda da un lato quanto è bello vivere e rappresentare questa regione, ma soprattutto l’importanza di essere accompagnati in questo viaggio e in questo anno particolare, che è un’occasione che non possiamo perdere, fra Giubileo e l’Expo di Osaka. Sono grato al Niaf per la capacità di custodire l’elemento valoriale con la necessità di andare oltre ai confini. Questa è la conseguenza naturale di valori che non si è mai persa: la comunità italoamericana non deve perdere le sue radici, la consapevolezza, e l’orgoglio di essere italiani”.
“I 20 milioni di italoamericani sono i migliori ambasciatori dell’Italia nel mondo - afferma il presidente Niaf Robert Allegrini - e nel nostro 50mo anniversario non potevamo che scegliere il Lazio: abbiamo voluto condividere l’occasione con la regione che ospita la capitale d’Italia, non potevamo fare altrimenti, per dimostrare che il Lazio non è solo il Colosseo e la Fontana di Trevi ma che è una Regione che guarda al futuro”. Un legame quello con il Lazio che si fa anche con il cibo ma non solo. Un piatto su tutti: le Fettuccine alla Alfredo: “Poter portare a Washington Mario Mozzetti del ristorante Alfredo alla Scrofa, uno dei più grandi ambasciatori del Lazio negli Stati Uniti e di avere l'opportunità qua a Roma di andare al ristorante dove è nato questo piatto iconico per me è un motivo di grande soddisfazione”. Per Mario Mozzetti, “è un vero sogno andare alla convention Niaf di Washington e portare le fettuccine alla Alfredo. Portare questo piatto è un orgoglio anche a livello storico: portare Alfredo alla Scrofa negli Stati Uniti significa raccontare la storia che collega idealmente, ma non solo, l’Italia e gli Stati Uniti”.
Roma, 13 mar. - (Adnkronos) - Il Lazio è “Regione d’Onore Niaf 2025”. Un evento che ricade nel 50mo anniversario della National Italian American foundation, la più grande associazione di italoamericani. Lo slogan è chiaro: “All you need is Lazio”, fra sapori autentici, la storia incisa nella pietra, meraviglie naturali, benessere e relax, arte e artigianato, la magia del cinema, innovazione e aerospazio, eccellenza accademica e un patrimonio culturale unico. “È un grande riconoscimento - afferma Roberta Angelilli, vicepresidente e assessore a Sviluppo economico, Commercio, Artigianato, Industria, Internazionalizzazione della Regione Lazio - in cui saremo protagonisti a 360 gradi. Saranno coinvolte 20 startup e pmi innovative oltre a 18 grandi imprese che saranno attori protagonisti. Non è solo un grande evento ma è una vera missione di sistema. Ma non ci saranno solo le imprese: saranno coinvolte anche università e centri di ricerca. Startup. Gli obiettivi, netti e chiari - prosegue Angelilli - sono un piano di networking per una forte connessione con le imprese. L’altra sfida è l’ attrazione degli investimenti”. Per Amedeo Teti, capo Dipartimento per il Mercato del Mimit, “la Regione Lazio merita questa posizione di Regione d’onore. Il Lazio è da sempre attrattore di grandi investimenti. Secondo il Financial Times poi solo nel 2024 l’Italia ha attratto 35,5 miliardi di investimenti e ha creato 36mila posti di lavoro”.