Badge smagnetizzato, indiani e pakistani chiamati dai campi per sostituire in tempo record i 150 lavoratori della Tnt lasciati in strada e serrata presidiata dalle forze dell’ordine. Al polo logistico di Piacenza “si è tornati al medioevo”.

Se gli egiziani protestano fuori dal polo centrale del colosso della logistica del nord Italia, all’interno della Tnt il lavoro prosegue come se in strada non si stesse combattendo una battaglia per garantire diritti a chi viene ricattato e minacciato quotidianamente senza le tutele di uno stipendio adeguato alle 16 ore di turno.

I facchini che da giorni presidiano le cancellate della Tnt sembrano quindi essere stati liquidati dall’azienda non appena si sono abbassate le armi della protesta: niente di scritto, per ora, ma da qualche giorno indiani e pakistani sono stati chiamati dai campi a coprire i turnisti notturni. “Sono in prova”, dicono dall’azienda, ma i badge di chi protesta è stato già smagnetizzato da tempo per fare posto alle “nuove leve”.

Il tavolo della prossima settimana con il sottosegretario ai Trasporti, Bartolomeo Giachino, pare quindi saltare prima ancora di essere convocato e i maligni sanno anche il perché: il gruppo Gesco, il consorzio cooperativo che raggruppa sotto di sé Stella e Vega- le coop che reclutano i facchini per la Tnt – fa capo a Claudio Lotito, presidente della Lazio e molto amico del sottosegretario.

“Dopo mezz’ora dalla calendarizzazione del tavolo in Prefettura con un esponente del Governo – denuncia l’assessore comunale Ignazio Brambati – viene fuori che in 150 sono stati liquidati dall’azienda. Da una parte e’ molto strano, dall’altra che senso ha ora per le istituzioni trovarsi e ragionare?”.

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