Gianluigi Buffon, il portierone della Juventus e della Nazionale, ha sbagliato un’uscita, meglio, un’entrata. E’ stato multato dalla Consob per avere violato la normativa sulla comunicazione del superamento delle soglie rilevanti in società quotate. Per lui, 60 mila euro di multa e una tirata d’orecchi che deve servire come monito per il futuro. Poteva andargli peggio. Perché l’autorità che vigila sulla Borsa avrebbe potuto infliggergli una sanzione fino a 3,5 milioni di euro, tutt’altro che bruscolini anche per un milionario come lui. Il giocatore si è difeso dicendo che si era completamente affidato ad un intermediario che pare non gli abbia fatto sapere per tempo cosa andava fatto e come. E allora, bene così, per questa volta passi. La prossima, ha lasciato intendere la Consob, saranno guai.
Dal giugno 2010, Buffon è il secondo azionista in ordine di importanza della Zucchi, l’azienda tessile che ha sede a Rescaldina, in provincia di Milano. Ha investito nella società quasi 2 milioni di euro ed ha partecipato recentemente alla riunione del consiglio di amministrazione che doveva esprimersi circa un possibile aumento di capitale. Il giocatore crede parecchio nel rilancio dell’azienda, lo testimonia il suo impegno nell’affrontare un’avventura imprenditoriale per lui completamente nuova. L’industria tessile è poi un settore che procura grattacapi fastidiosissimi anche ad attempati professionisti della lana, figuriamoci ad un portiere di una squadra di calcio. Che proprio per questo si era rivolto ad un uomo di fiducia per sbrigare le faccende che competono a chi possiede (tante) azioni di una società quotata in borsa. Ma qualcosa non è evidentemente andato per il verso giusto. Perché la notifica del superamento del 2 per cento nelle quote Zucchi è arrivata con 8 mesi di ritardo, insieme con quelle del superamento del 5 e del 10 per cento. Da qui, l’intervento della Consob e il recapito di una multa che fa male più per i contenuti che per i numeri.
Buffon, che da qualche settimana è diventato anche uno dei massimi dirigenti della Carrarese, la squadra della città in cui è nato, non è nuovo a fatti che con il calcio hanno poco o nulla a che fare. Nel 2001 patteggiò per aver richiesto l’iscrizione all’Università senza essere in possesso del diploma. Aveva 23 anni, “una birichinata”, si dirà. Nel 2006 fu tra i giocatori della Juventus (gli altri erano Chimenti, Iuliano e Maresca) coinvolti in un giro di scommesse illecite in Italia e all’estero.
Il procuratore federale Palazzi decise di archiviare la sua posizione, Buffon libero e senza macchia. Il procedimento poteva costargli il posto da titolare nella Nazionale che si apprestava ad iniziare la fortunatissima esperienza del Mondiale di Germania. Lippi tirò un sospiro di sollievo. Nel pieno della bagarre di Calciopoli, perdere il portierone sarebbe stato un mezzo disastro.
di Dario Pellizzari