Scelto con le primarie del centrosinistra, nel 2009 Massimo Borghi (Sel) vince le elezioni comunali a Gavorrano (Grosseto). Ma dopo un anno il Pd lo scarica: i consiglieri democratici si dimettono e il Comune viene commissariato. Tornato a fare il dipendente in municipio, nel 2011 Borghi si ricandida e diventa di nuovo primo cittadino. Ma un ricorso al Tar del prefetto rischia di farlo decadere
C’è un paese in provincia di Grosseto dove sembra non basti essere eletti per due volte di fila, in due anni, per poter governare. A Gavorrano la vicenda del sindaco Massimo Borghi rischia di tramutarsi in una commedia degli equivoci. L’ultimo tassello di una storia complicata si snoderà il prossimo 8 settembre quando il Tribunale civile di Grosseto dovrà pronunciarsi sul ricorso contro l’elezione del sindaco, avvenuta lo scorso maggio, presentato dalla Prefettura. Ma la storia è più lunga.
Nel 2009 a Gavorrano ci si appresta al voto e il Pd organizza, diligentemente, le primarie. Solo che non le vince il suo candidato ma quello di Sinistra e Libertà, Massimo Borghi appunto, una storia di Pci, Ds e poi Sinistra Democratica per approdare infine al partito di Nichi Vendola. Il Pd prende atto della vittoria e candida Borghi a sindaco. L’elezione è trionfale con circa il 66 per cento dei voti.
Borghi comincia a interessarsi di abusi edilizi, vuole mettere ordine nella gestione dei videogiochi nei bar della zona, è un sindaco presente molto presente e poco portato ad assecondare i voleri dell’alleato Pd. Così non passa un anno che il principale partito di Toscana decide di dimettersi in massa dal Consiglio comunale facendo decadere il sindaco e provocando il commissariamento del Comune.
Borghi torna al suo lavoro di dipendente comunale e si rimette allo sportello a fare carte di identità in attesa delle nuove elezioni convocate per la tornata del 2011. Prepara una lista civica, Gente comune e, nel frattempo, assiste allo sfaldamento del Pd che oltre al proprio candidato ufficiale vedrà anche la formazione di una terza lista di centrosinistra.
Con la lista del Pdl a presentarsi al voto dei circa 8.Nel Grossetano 000 gavorranesi ci saranno quattro candidati sindaci. Borghi vince di nuovo, stavolta, vista la concorrenza, con la metà dei voti ma è il più eletto e si insedia di nuovo. Il Pd paga tutta questa vicenda scendendo da dieci consiglieri comunali a due.
Passa un mese, però, e Borghi deve scontrarsi con un nuovo cavillo. Stavolta è il prefetto di Grosseto ad avviare la procedura di azione popolare sul caso della sua presunta ineleggibilità. Da dipendente comunale il neo sindaco avrebbe dovuto prendere l’aspettativa prima di ufficializzare la propria candidatura e non dopo.
Borghi si dice fiducioso anche se sente la mano del Pd, oltre che del Pdl, dietro questa azione giudiziaria. “Si tratta comunque di una procedura amministrativa e ringrazio il prefetto di Grosseto per averla avviata perché si potrà fare maggiore chiarezza”. Nel caso il Tribunale ne dichiarasse l’ineleggibilità, lui decadrebbe ma non la giunta né il consiglio comunale. E fino alle elezioni governerebbe il vicesindaco. “Io continuerò a governare fino all’ultimo grado di giudizio – assicura Borghi – e nel caso in cui dovessi perdere la causa, lo dico fin da ora, io mi ripresenterò alle elezioni”. Sarebbe la terza volta.