Adelaide, Australia, primi anni ’60. Rupert Murdoch neppure trentenne è alla prese con la gestione del suo primo quotidiano. Nel suo ufficio entra un ragazzo di 15 anni, a cui, data la giovane età, viene assegnato il compito di portare panini per il pranzo. Cinquantadue anni dopo, Murdoch si ricorda ancora bene di quegli inizi, e forse anche con un filo di nostalgia.
Il ragazzo si chiama Les Hinton, e nel tempo passato alla corte del signore dei media ha fatto proprio di tutto. Dopo i panini, è stato giornalista per anni, ha guidato Fox tv e poi la divisione Usa dei giornali, tra cui New York Post. Dal 2007 è alla testa di Dow Jones, editore del prestigioso Wall Street Journal, acquisito con lo scopo di trasformare il grande quotidiano della finanza nella versione americana del Financial Times.
Alto, magro, elegante, viso allungato, chioma bianca fluente e occhiali senza montatura. Il ragazzino di Adelaide, oggi 67enne, è diventato il luogotenente di Rupert Murdoch al suono di un motto che non si stanca mai di ripetere: “più basso il tuo profilo, maggiore è la tua longevità alla corte di Rupert“.
Errori però ne deve aver fatti, e anche grandi. Alla guida di News International dal ’97 al 2007 – prima che al suo posto arrivasse Rebekah Brooks – ha negato ripetutamente che fosse in atto quel sistema di intercettazioni e spionaggio dei tabloid di cui ora tutto il mondo conosce l’estensione. Insomma, il suo basso profilo lo ha portato a mentire, fosse anche per fedeltà al vecchio amico.
Così avevano mentito Andy Coulson e Rebekah Brooks, che per diverse ragioni si sono esposti più di lui. Terza fondamentale pedina al vertice del gruppo editoriale di Murdoch, cade anche lui, Les Hinton, l’amico di sempre. La grande paura è che le sue bugie vadano a danneggiare proprio il Wall Street Journal, quando in America il tycoon australiano comincia ad essere in bilico.
A 10 giorni da quando lo scandalo è iniziato a Londra, rimane al suo posto solo il figlio di Rupert, James. Il vecchio Murdoch, però, è sempre più solo.