Potrebbero non essere brevi i tempi del rimpasto. Oggi il premier Berlusconi è salito al Colle per valutare insieme al Capo dello Stato l’impatto che la manovra ha avuto sui mercati. Ma anche per risolvere la questione della sostituzione di Angelino Alfano al ministero della Giustizia. E non solo. Non c’è solo da decidere chi sarà il successore del neo segretario del Pdl alla guida del dicastero di via Arenula: è ancora scoperta la casella del ministero delle Politiche comunitarie, e nei giorni scorsi era stata ventilata l’ipotesi di spostamenti nella compagine governativa, anche se già nel suo viaggio in Croazia Napolitano aveva fatto chiaramente intendere come sarebbe stato, ad esempio, inopportuno ‘trasferire’ il ministro degli Esteri Frattini ad altri compiti.

Nel suo colloquio con Napolitano, il presidente del Consiglio, per quel che riguarda il rimpasto, avrebbe fatto una dozzina di nomi: per la successione di Alfano sarebbero entrati in gioco il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta, il portavoce nazionale vicario del Pdl Anna Maria Bernini, il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi ed il presidente della commissione per l’Attuazione del federalismo fiscale Enrico la Loggia. Quest’ultimo, secondo fonti parlamentari della maggioranza, avrebbe nelle ultime ore guadagnato posizioni in classifica, perché berlusconiano doc, siciliano come il suo predecessore e probabilmente meno ‘dirompente’ rispetto al ministro Brunetta. Ma questi sono solo boatos del Parlamento.

Sul fronte delle Politiche comunitarie, sempre secondo fonti della maggioranza, non sarebbe da escludere un ritorno dell’ex finiano Andrea Ronchi o una new entry che risponderebbe al nome dell’altro ex finiano Adolfo Urso. Tra i nomi che oggi sono stati fatti nel colloquio tra il premier e il Capo dello Stato anche quello del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. Il presidente della Repubblica, si sottolinea al Quirinale, è pronto ad ascoltare le determinazioni del premier quando questi, insieme agli alleati di governo, avrà sbrogliato la matassa del rimpasto. E il faccia a faccia di questa sera con il leader leghista Umberto Bossi potrebbe, in questo senso, far compiere passi avanti nella proposta da portare successivamente al Quirinale. Anche perché, tra i nomi circolati in questi giorni, proprio per la guida del dicastero delle Politiche comunitarie, ci sarebbe anche quello dell’attuale capogruppo leghista a Montecitorio Marco Reguzzoni.

Al centro del colloquio tra Berlusconi e Napolitano, naturalmente, anche l’impatto che la manovra ha avuto suimercati. Un impatto, come ha dimostrato la Borsa, che non può certo definirsi di segno positivo. Il Capo dello Stato avrebbe esortato il governo a “tenere alta la guardia”, con l’obiettivo del pareggio dibilancio nel 2014, da raggiungere sempre e comunque con un confronto costruttivo con le opposizioni ma anche con gli enti locali, soprattutto dopo la levata di scudi di 7 regioni contro i ticket previsti dalla manovra.

Il Capo dello Stato non è entrato nel merito delle questioni relative alla manovra e ai suoi effetti, né in quelle delle proteste che il provvedimento del governo ha suscitato. Napolitano si sarebbe limitato a ribadire la necessità di uno sforzo comune per coniugare rigore e sviluppo, nel solco di quella “coesione” che secondo il Presidente della Repubblica resta indispensabile e di cui le forze politiche saranno chiamate a dare prova anche nei prossimi mesi.

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