Riprende il nostro viaggio nel mondo della musica underground, quella dei nomi non ancora celebri, fatta da musicisti che si autoproducono, che hanno tanto da dire ma non hanno la possibilità di farsi conoscere al grande pubblico, magari perché esibirsi in un reality show lo considerano troppo kitsch (tanto per usare un eufemismo). A tutti Voi rinnovo l’invito a contattarmi all’indirizzo prinaldis@gmail.com e se avete già prodotto un album inviatelo in redazione.
La band che oggi andiamo a conoscere è quella dei Palkosceniko al Neon che con il loro ultimo album Lucas esprimono tutto il loro dissenso verso una società che sembra imbalsamata, che subisce in silenzio i soprusi della Casta, che patisce la povertà mentre la classe politica elimina i tagli previsti ai loro privilegi per imporre misure più drastiche ai meno abbienti.
La musica da sempre attrae la parte laconica della popolazione, è un’arte di gesti grandiosi e masse imponenti che si rivolge a folle di persone timide e tranquille e i Neons con Lucas il loro quinto album, composto da dieci canzoni (più due cover Brucia di vita e Colpo di Stato) hardcore-punk, alternative e crossover, si scagliano contro il sistema con chitarre distorte e un sound crossover potente dai testi che hanno una notevole forza espressiva come in Assetto da resa, Colpo di Stato (cover del cantautore Stefano Rosso), Intolleranza (“Tollero chi organizza nuclei o cellule/ volta alla rifondazione sociale/ chi è diverso e cammina con passo incerto/ chi resta fermo – seduto ai piedi di un lettoo su un pavimento freddo o ha scatti di rabbia”), Alta tensione (“Disobbedisco alle ossa schiacciate/ da un rito severo sporcate/ con tono rifatto macchiate/ dolore… non mostrano cenni di resa/ non sono che segni d’attesa/ un gioco, una lenta ripresa”). Abbiamo intervistato uno dei fondatori della band, Stefano Tarquini per conoscerli più da vicino…
Come nasce la vostra band? Mi parlereste di voi, dei vostri interessi, ambizioni, del vostro background artistico?
I Palkosceniko al Neon nascono nel 2004 dalle ceneri di altri gruppi. Per questo alla fine risultava essere per noi un progetto più completo e maturo, tutti infatti avevamo avuto altre esperienze musicali… Io personalmente erano già 7/8 anni buoni che mi facevo Feste dell’Unita, vari concerti nelle occupazioni attorno a Guidonia, piccoli festival…. Da Ikonoklasta, il nostro primo lavoro autoprodotto a gennaio 2005, a Lucas, il nostro ultimo disco il tempo è volato davvero!! Siamo a quota 4 dischi,1 Ep… più di 200 live tra Roma, provincia e in giro per l’Italia… ecco la nostra ambizione sarebbe quella di continuare così fino a che ce la facciamo.
Il vostro è un album che critica aspramente il sistema, facendo uscire una rabbia interiore che viene fuori in tutto il suo ardore. Com’è stato concepito questo disco e cos’è che vi ha ispirato nel comporre le canzoni?
Devo dire che è stato un anno molto prolifico. Venivamo dalla presentazione di Disordine Nuovo (penultimo lavoro del febbraio 2010, ndr) e già avevamo qualche pezzo che poi sarebbe finito dentro Lucas. Era solo chiaro un intento… in questo disco avremmo messo più interiorità… inevitabile che spuntasse fuori un bel po’ di rabbia! Scesi più in fondo rispetto a prima e senza starci troppo a pensare, ispirati dall’attività live post disordine… Cito a memoria, ma non credo che siano tutte, Torino, Bologna, Ascoli, Udine, Bari, Lecce, tra le città dove abbiamo suonato e, ovviamente, Roma e provincia… È nato Lucas!
Qual è la canzone che vi rappresenta di più?
Sicuramente la title track contiene tutti gli spunti, gli slanci e i propositi del periodo di cui ti ho parlato.
Lucas è il titolo che avete dato all’album: chi è il vero Lucas?
È la personificazione di uno stato d’animo negativo… anzi direi della negatività. Lucas è scendere nel profondo o salire al contrario. Lucas è il momento in cui ti fermi e vedi le cose come sono. Lucas è noi come siamo, senza nessun tipo di obbligo e formalità, è una digressione nel dentro. Lucas è libero!!!
Quanto è difficile per voi – nei tempi che stiamo vivendo – mantenere l’autocontrollo?
Difficile ma a quanto pare ci stiamo riuscendo. Nonostante siamo tutti oppressi dal lavoro quotidiano, dalle persone che limitano continuamente lo spazio della nostra libertà, nonostante i fatti di Genova, la repressione contro i ragazzi e le ragazze in Val di Susa, nonostante chi ci governa… Diciamo anche che abbiamo passato l’età in cui invece di soffermarsi sulla cose si affrontano con molotov e napalm… in conclusione nonostante tutto i Palkosceniko al neon sono per noi una valvola di sfogo esemplare!
Se poteste, cosa cambiereste dell’Italia di oggi?
Tutto mio caro. Diciamo che sarebbe giusto che le persone che hanno portato così in basso questo paese, socialmente e culturalmente, per una volta buona paghino. Ecco si potrebbero usare i politici per i lavori pesanti,a rischiare la vita nei cantieri…noi pensiamo a un azzeramento di tutto, a un black out totale e a una ridistribuzione equa di tutto!
Come considerate il panorama musicale attuale in Italia?
Dispendioso entrarci. Penso che alla fine le realtà più interessanti escono fuori più grazie a loro che grazie a etichette o altro. Un buon gruppo oltre a far belle canzoni e bei dischi, deve anche improvvisarsi agenzia di stampa, booking… nonché autoprodurre magliette, adesivi… insomma oltre musicisti un gruppo che si rispetti deve avere grafici, tipografi e anche bravi… ultima cosa devi anche riempire i locali! E anche noi a volte ci dobbiamo imbattere in tutto questo… nonostante la nostra realtà è appena più sostenibile!
Cosa ne pensate dei discorsi attorno alla pirateria, alle restrizioni che si vogliono mettere al file sharing?
Lucas è in streaming su Souncloud dalla sera dopo la presentazione…
Quanto è importante internet per la vostra attività?
Nonostante le contraddizioni del mezzo direi che abbiamo accettato di esserci e di usare internet per promuovere le nostre idee e il nostro lavoro. Anzi se potete fatevi un giretto sul nostro Myspace.
I vostri artisti di riferimento.
Marco Travaglio. (E questa la dice lunga, ndr)