Ci sono molte ombre sulla Fad, cioè la formazione a distanza applicata nel settore della sicurezza sul lavoro. Spuntano come funghi le aziende che vendono attestati on line per qualche centinaio di euro. E’ un business enorme, che si aggira complessivamente intorno ai 500 milioni di euro all’anno. Nella prima puntata della mia video inchiesta ho segnalato un meccanismo di scatole cinesi – cioè sigle che riconducono a uno stesso soggetto – che il Ministero del Lavoro mi ha confermato essere impraticabile ex lege, aggiungendo che stanno lavorando per limitare il fenomeno e individuare tali soggetti. Rocco Vitale, presidente di Aifos, cioè l’associazione più importante dei formatori della sicurezza in Italia, in un articolo sul quotidiano Punto Sicuro intitolato “Formazione a distanza: chiudere con gli imbroglioni”, solleva molti dubbi su chi emette certificati facili.
In questo articolo sul Fatto Quotidiano mi sono occupato di Fad e stress lavoro correlato: da giugno 2011 il Ministero del Lavoro si attiverà per verificare se le aziende hanno ottemperato al nuovo obbligo di preparare un Documento valutazione rischio stress (Dvr) come previsto dal testo Unico 81 del 2008. Anche in questo caso migliaia di aziende se la cavano comprando un attestato on line, dopo aver compilato un semplice questionario. Ma è affidabile il meccanismo?
Nella seconda puntata della mia inchiesta ho descritto il meccanismo della Fad attraverso l’uso di Internet. Cioè, spiego in che modo si possono vendere migliaia di attestati attraverso il metodo e-learning e che livello di affidabilità hanno per i lavoratori, soprattutti per quelli che operano in settori delicati. Il Testo Unico 81 del 2008 e il decreto legislativo 106 del 2009 indicano chiaramente che il datore di lavoro ha l’obbligo di formare i propri dipendenti, per prevenire rischi e incidenti sul lavoro. Sono interessate milioni di aziende che operano nei settori più disparati, alcuni dei quali anche pericolosi, come il trattamento delle polveri esplosive o lo spostamento di carichi pesanti. La formazione, erogata da aziende private e associazioni, deve però essere certificata ai sensi di legge e soprattutto, deve essere effettuata in collaborazione con enti bilaterali di calibro nazionale, che rappresentano cioè nel concreto – e in modo inequivocabile – associazioni nazionali di imprese e di lavoratori. Ecco allora il primo trucco: gli enti bilaterali, che sono tantissimi in Italia, spesso sono scatole vuote.
In altri casi, dietro una sigla, si nasconde in realtà una società privata o un gruppo di interesse che opera nel settore della sicurezza sul lavoro. Quindi chi emette l’attestato ricopre contemporaneamente diversi ruoli: progettazzione, erogazione e convalida. Facciamo un esempio: una società vende bombole antincendio. Dichiara che tali bombole sono progettate da un’autorevole associazione di categoria (dietro la quale operano gli stessi soggetti della società che li vende) e sono convalidati da un ente preposto, che però riconduce sempre alla stessa società che li vende. Se tale procedimento avviene per via telematica, diventa difficile immaginare il gioco che si nasconde.
Il mio blog è entrato in alcune piattaforme di e-learning, grazie all’ausilio di alcuni collaboratori, e ha potuto vedere l’ingranaggio dall’interno. Per ricevere un attestato on line basta registrarsi su alcuni siti, spesso in modo gratuito, e si accede poi a una pagina dove si trovano manuali in pdf e video tutorial. In alcuni casi c’è una semplice lettura, da parte di un soggetto, dei vari capitoli del Testo Unico 81, un po’ come se un professore universitario facesse una lezione efficace leggendo sul suo computer portatile all’interno di un’aula!! Trascorso un certo numero di ore è possibile accedere a una check list, cioè una lista di domande. Se avete risposto correttamente ai quesiti, incluso la possibilità di commettere alcuni errori, ricevete l’attestato direttamente on line, dopo aver pagato con carta di credito, pay pal, bollettino postale o postepay.
Bene: a questa lista di domande ho risposto senza studiare, poiché è sufficiente inserire i quesiti su Google. In alcuni casi ho superato i test in 2 minuti. Insomma, rispondere a test on line è incredibilmente facile. E non c’è nessuna garanzia che il lavoratore o un datore di lavoro abbiano davvero studiato. Ma il problema sorge quando in presenza di un incidente o infortunio sul lavoro, l’attestato di formazione ottenuto attraverso metodo Fad si rivela del tutto inaffidabile e si configura l’ipotesi di truffa ai danni dei soggetti che hanno acquistato l’attestato, come mi ha confermato il Ministero del Lavoro in una e mail di chiarimenti.
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