Forse non tutti lo sanno, ma esiste un osservatorio dei siti Nimby in Italia, si chiama Nimby Forum e non è gestito dalla Digos, ma anzi si fregia del patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e dei Ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico.

Nella home page del sito appare un’Italia tutta butterata, come se avesse il morbillo, ed ogni macchia è un Nimby, un’opposizione ad un progetto. In gran parte trattasi di inceneritori di rifiuti (con bella parola  “termovalorizzatori”), di centrali a biomassa, di autostrade o superstrade.

Ci sarebbe da scrivere un’enciclopedia su questo sito. Ma mi limito ad alcune brevi considerazioni.

Innanzitutto, consiglierei ai curatori del sito di essere più informati. Non so per quanto riguarda altre regioni, ma ad esempio in Piemonte ed in Liguria vi sono molte opere contestate che nella mappa non emergono. Cito la Tangenziale Est di Torino, o gli impianti eolici che vorrebbero realizzare sull’Appennino ligure, per i quali pendono anche già ricorsi al Tar.

Altra considerazione. La mission (la parola “scopo” è scomparsa dal vocabolario italiano, per lasciare il posto alla “mission”, molto più pregnante) di questo osservatorio. Testuale: “Oggi i grandi progetti devono confrontarsi con una molteplicità di attori che hanno, ciascuno, il proprio interesse specifico sul territorio: comitati di liberi di cittadini, associazioni ambientaliste, associazioni di categoria, media. Diventa quindi prioritario avviare fin da subito una politica del consenso intrinseca al progetto stesso, che ne faciliti l’iter burocratico di approvazione e renda possibile la successiva fase costruttiva.” Tradotto altrimenti: si decide che un’opera si deve fare e si instaura un dialogo con le popolazioni interessate circa la bontà dell’opera, affinché non rompano troppo le scatole: l’opera intanto si farà.

Per lo meno singolari poi i dieci componenti del comitato scientifico: ne fanno parte l’attuale presidente di Legambiente (Vittorio Cogliati Dezza) ed il suo predecessore (Roberto Della Seta, attuale parlamentare Pd). In più, felice sorpresa, Mario Virano, noto esclusivamente per essere il presidente dell’Osservatorio Torino – Lione (la cui presidenza evidentemente gli vale una sorta di attestato di benemerenza). Mi domando: cosa ci fanno lì ben due di Legambiente? Come fanno, da una parte ad essere ambientalisti, e, dall’altra, adoperarsi per eliminare le varie sindromi di Nimby in modo che le opere di presunta utilità siano realizzate? Solo un esempio al riguardo: il progetto era nettamente favorevole alle nuove centrali nucleari…

Ma veniamo all’oggetto del sito/progetto: io, conoscendo la realtà delle opposizioni ai grandi progetti, mi sento di contestare nel modo più assoluto che esse siano davvero Nimby (cioè “non nel mio giardino”, ma fatelo pure altrove). In realtà – e di questo i nostri politici non hanno ancora preso coscienza – chi si oppone, ad esempio,  ad un inceneritore oramai lo fa per ragioni oggettive, scientifiche, e non è che vorrebbe lo realizzassero da qualche altra parte. Una volta forse era così, ma oggi quelli che continuiamo, meglio, che continuano, a chiamare “Nimby” sono di solito comitati preparati, che hanno studiato, supportati da esperti, che pongono problemi ben chiari e spesso offrono soluzioni alternative. Tutt’altro che degli sprovveduti, quindi.

Del resto, che le macchie sulla carta non siano semplici Nimby è confermato dal fatto che in Piemonte dal Forum è considerato Nimby il movimento contro la Torino – Lione . Invero, i No Tav sono sicuramente le persone nel loro complesso più preparate su quella vera e propria follia che è l’alta velocità ferroviaria, e non la vogliono né lì né altrove.

Infine una chicca. A proposito del nucleare, il sito, in un suo comunicato del 13 gennaio 2011 affermava: “Secondo i sondaggi sulle posizioni degli italiani sul nucleare, metà è d’accordo e metà no”. Mi domando: ma quali sondaggisti hanno pagato? Ed infine: si sentiva il bisogno di un’ennesima struttura burocratica perfettamente inutile?

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