Non ci sarà l’esercito a Bologna in occasione delle commemorazioni per la strage alla stazione del 2 agosto 1980. Parola del ministro della difesa Ignazio La Russa che – dopo la bordata del deputato Pdl Fabio Garagnani con cui nei giorni scorsi invocava un presidio militare contro ipotetici pericoli all’ordine pubblico – ha liquidità la questione commentando: “Macché soldati, bastano carabinieri e polizia”.

La Russa: “A Bologna non c’è un problema di ordine pubblico”. Poi il titolare di Palazzo Baracchini ha fornito anche le motivazioni al suo “niet”. Motivazioni che non hanno tanto a che fare con l’implausibilità della proposta quanto con questioni di natura pratica. Tra le principali, spiega La Russa, l’esercito dovrebbe obbedire agli ordini del prefetto e questo non può avvenire per una singola giornata. Inoltre la loro presenza andrebbe a sovrapporsi con compiti tipici delle forze dell’ordine, già presenti in piazza.

Infine – e qua si torna anche sulle affermazioni di Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei parenti delle vittime, oltre che dei politici locali – il 2 agosto, in piazza delle Medaglie d’Oro, non c’è mai stato alcun problema di ordine pubblico, malgrado gli immancabili fischi di protesta agli esponenti del governo che si sono alternati di anno in anno sul palco di fronte alla stazione.

Ma tra meno di due settimane ci sarà o no un portavoce dell’esecutivo, dopo il forfait dello scorso anno, trentesimo anniversario della bomba che fece 85 vittime e oltre 200 feriti? Al momento non c’è alcuna disponibilità da Palazzo Chigi per quanto il sindaco di Bologna, Virginio Merola, abbia dichiarato in una nota ufficiale di aver inviato anche a Roma il programma delle celebrazioni auspicando la presenza anche di un rappresentante del governo.

“Come in ogni occasione”, ha dichiarato il primo cittadino del capoluogo emiliano, “confermiamo di avere invitato formalmente il presidente della Commissione Europea, il presidente del consiglio dei ministri, il presidente del Senato della Repubblica, il presidente della Camera dei deputati e il presidente della Corte Costituzionale. Siamo attualmente in attesa di una risposta ufficiale”.

Le manifestazioni collaterali. Nel frattempo, a latere degli appuntamenti ufficiali, iniziano le manifestazioni collaterali. Come la mostra fotografica “Bologna e gli anni delle stragi” che si terrà alla Festa dell’Unità di Villa Beatrice di Argelato, comune della provincia, e che è stata curata da Luciano Nadalini e Gilberto Veronesi. L’inaugurazione è prevista per domenica prossima, 24 luglio, e parteciperanno, oltre a Paolo Bolognesi, l’ex magistrato Libero Mancuso, Daria Bonfietti (presidente dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica) e i sindaci dei Comuni che hanno collaborato all’organizzazione dell’evento (Andrea Tolomelli di Argelato, Sergio Maccagnani di Pieve di Cento e Valerio Gualandi di San Giorgio di Piano). L’esposizione, che era già stata ospitata nel 2010 a Palazzo d’Accursio, sede del Comune di Bologna, non è una narrazione visiva solo della strage del 2 agosto 1980, ma anche dell’Italicus (4 agosto 1974), di Ustica (27 giugno 1980) e del Rapido 904 (23 dicembre 1984).

Inoltre domenica 31 luglio, alle 10.25 (l’orario in cui esplose la bomba), al centro sociale Villa Torchi, che si trova nel quartiere bolognese di Corticella, verranno apposte due lapidi a un monumento costruito 15 anni fa. Sulla prima saranno vergati i nomi delle 7 tra le più giovani vittime del 2 agosto 1980. Sulla seconda lastra sono riportate due poesie: la prima, inedita, di Tonino Guerra e la seconda, contenuta nel volume “Antologia per una strage” pubblicato nel 2005, di Gian Pietro Testa. Tra i partecipanti, di nuovo Bolognesi, poi Amelia Frascaroli in rappresentanza del Comune di Bologna e Maurizio Cevenini per la Regione.

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