MALPENSA (Varese) Crocifisso in zona cargo. I precari della logistica di Malpensa sono al loro ventesimo giorno di protesta e ieri mattina hanno lanciato un messaggio forte, inscenando la crocifissione di un lavoratore proprio davanti all’area cargo dello scalo varesino. “Ci hanno licenziati e messi in croce”, hanno spiegato proprio di fronte al totem della MLE-Argol, l’operatore che appalta i servizi della logistica alle cooperative.
Sotto al lavoratore messo in croce una scritta altrettanto provocatoria: “Perdonali padre, perché non sanno quello che fanno”, un richiamo evangelico che racchiude tutto lo sdegno degli organizzatori della protesta verso le cooperative che appartengono alla galassia della Compagnia delle opere.
Ma andiamo con ordine. Tutto inizia il 9 giugno, quando la coop. Air Services ha annunciato l’intenzione di aprire la procedura per la mobilità, e quindi di licenziare tutti i 260 soci lavoratori impegnati negli scali di Malpensa e Linate, per via delle “condizioni economiche dell’appalto non sostenibili”. Fin da subito i rappresentanti dei lavoratori hanno denunciato quelle che secondo loro erano le reali intenzioni che si celavano dietro l’operazione: “il solito giochino che viene fatto nelle cooperative, si dice di voler chiudere e licenziare, per poi far arrivare un’altra cooperativa, magari dello stesso consorzio, con il chiaro obiettivo di rinegoziare l’appalto, con decine se non centinaia di lavoratori in meno”.
Dopo quella prima avvisaglia i rappresentanti della Confederazione unitaria di base hanno raccontato che MLE-Argol aveva deciso di convocare solo una parte dei 260 lavoratori, per obbligarli a firmare un contratto per una nuova cooperativa, la società Incontro di Arona (legata alla Compagnia delle opere), in cambio della sanatoria di tutte le pendenze pregresse con una buonuscita di 250 euro lordi. Questo oltre alla riduzione di orario da 30 a 20 ore, una riduzione del livello di inquadramento e un periodo di prova di tre mesi.
Lunedì 27 giugno la Uil ed il Flai hanno siglato un accordo con Mle-Argol. Dei 250 lavoratori ne sono stati assunti 190 e di questi solo 40 ad orario pieno, tutti gli altri con orari tra le 18 e le 30 ore settimanali. Da allora è iniziato un presidio dei 60 lavoratori esclusi dall’accordo, sfociato martedì mattina con la messinscena della crocifissione e l’occupazione della sede della Uil di Malpensa. “Uil e la Flai territoriali hanno siglato l’ennesimo accordo con Mle per il pagamento del mese di giugno, lavorato da tutto il personale Air Service, solo per quello attualmente al lavoro. Siamo alla truffa nei confronti dei lavoratori esclusi dal cambio di appalto, che oltre ad aver perso il posto di lavoro, non percepiscono lo stipendio del mese di giugno regolarmente lavorato”.
Anche la società MLE ha fornito la propria versione dei fatti sulla vicenda Air Service, bollando come mistificatorie e anacronistiche le posizioni espresse da Cub Malpensa. In particolare la chiusura di una cooperativa e il passaggio ad una nuova società non sarebbero affatto un “giochino della Mle”, ma un modo per scaricare debiti e mancati pagamenti senza risolvere i reali problemi strutturali che Mle subisce. Verifiche svolte dai consulenti della Mle hanno fatto emergere una situazione debitoria nei confronti degli istituti previdenziali e assicurativi per una cifra superiore al milione e mezzo di euro, al netto di sanzioni e interessi. “La situazione espone anche MLE ad un debito nei confronti degli enti previdenziali e assicurativi dello stesso importo”. E poi affonda: “Air Services ha continuato per mesi a tenersi in pancia un organico di circa 250 dipendenti a full time, con esuberi strutturali endemici. È risultato che ben pochi di questi dipendenti effettivamente lavoravano le ore previste dal loro contratto full-time, realizzando un part-time di fatto”.
Mle ha poi sottolineato che Air Services ha avviato strumentalmente il 12 luglio la procedura di mobilità per tutti i propri lavoratori compresi anche quelli che già lavorano presso la cooperativa Incontro e quelli che da tempo avevano lasciato il posto di lavoro con la Air Services stessa. “Ci sentiamo quindi di smentire l’approccio complessivo di Cub Trasporti Lombardia, figlio di una visione che evidentemente combacia per interessi e posizione a quella della uscente e inadempiente coop Air Services, verso la quale la parte sindacale è stata fin troppo indulgente in passato e praticamente assente nei giorni in cui è venuta alla luce la vicenda”. L’azienda, rivendicando la propria correttezza formale e sostanziale, infine ha promesso di combattere rigorosamente “tutte le strumentalizzazioni e gli atteggiamenti intrisi di demagogia che possono servire a dare visibilità a qualche dirigente sindacale ma non a migliorare la reale situazione degli operai”.