Monsignor Elio Tinti lascia per limiti di età, ma prima si toglie qualche sassolino dalle scarpe e se la prende con la manovra voluta da Tremonti e i costi della politica
Ci si aspetta che un vescovo, alla vigilia delle proprie dimissioni, comunichi ai propri fedeli messaggi di speranza. Il vescovo di Carpi, Elio Tinti, l’ha fatto, ma complice probabilmente la particolarità del momento (è l’ultimo messaggio di auguri di buone vacanze che rivolge alla cittadinanza prima di rassegnare le dimissioni causa il raggiungimento dei 75 anni di età) ha farcito il messaggio di esplicite e manifesti “rimproveri” alla politica, non quella locale, ma governativa, in particolare quella che fa capo al ministro dell’economia Giulio Tremonti, manovratore dei conti pubblici.
“Anche se il mio messaggio – afferma il vescovo Tinti – vuole essere di auguri affinché ciascuno di voi possa trascorrere un periodo di ferie rigeneranti, in un contesto sociale come l’attuale non posso prescindere da qualche riflessione. La necessità di una manovra correttiva sui conti dello Stato era evidente già da tempo, ma siamo proprio sicuri che non ci siano alternative?”.
Non è certo sottile nelle proprie affermazioni/interrogazioni retoriche, il vescovo Tinti che rivela: “Mi rattrista profondamente vedere colpite così le famiglie lasciando la politica immune dai sacrifici. Pare che il concetto di moralità pubblica abbia perso valore, andandosene anch’esso in vacanza. Un fossato sempre più largo divide governanti e governati e questo non può che nuocere alla democrazia”.
Sembra di cogliere nelle parole del vescovo lo stesso messaggio di “rimprovero” lanciato pochi giorni fa nella stessa città di Modena dalla presidente degli industriali, Emma Marcegaglia, che pur invitando il governo ad approvare in tempi brevi la manovra correttiva, si dichiarava incredula nel prendere coscienza dei sacrifici che lo stato chiede ai cittadini, senza tuttavia essere la politica per prima ad essere di esempio.
“Se lo scenario italiano incute preoccupazione – prosegue il vescovo – e, permettetemelo, genera un po’ di vergogna – tasse, superbolli, ticket sanitari, scandali politici – anche quello internazionale non è dei migliori. E non mi riferisco alla crisi economica e di valori che scuote praticamente tutto l’occidente, mi riferisco a quei paesi dimenticati con la loro umanità periferica. Prendiamo il Corno d’Africa: a causa della siccità, in un silenzio assordante si sta consumando uno dei peggiori disastri umanitari dell’ultimo mezzo secolo: circa 12 milioni di persone rischiano di morire, tra loro oltre due milioni di bambini. È l’Africa, ma quell’Africa distante mille miglia da quella dei resort a cinque stelle delle vacanze. Che c’entra tutto questo con le vacanze, vi starete chiedendo. Niente se ciascuno di noi si riferisce alla propria vita e a quella della sua ristretta cerchia di affetti; tanto, tantissimo se allunghiamo lo sguardo e ci sentiamo fratelli e sorelle, cittadini di un mondo che cambia”.
Parafrasando il segretario Cei, monsignor Mariano Crociata, che aveva parlato di “disastro antropologico”, monsignor Tinti aggiunge: “Se la politica vive in un costante stato di fibrillazione, la gente non vuole farlo e richiede lucidità e chiarezza, obiettività e soluzioni eque. Purtroppo anche in questa occasione la politica ha perso un’occasione preziosa, allora cerchiamo di non perderla noi, cittadini di questa amata Italia che proprio nel suo 150° anno di vita assiste a questa crisi che sta facendo da spartiacque tra un prima e un poi”.
Felicia Buonomo