Doveva essere il più importante investimento per il rilancio del settore turistico nella città di Modena, ma il Museo casa natale Enzo Ferrari, già in fase di realizzazione, rischia di rimanere senza un gestore.
Infatti, il 21 luglio scorso, scaduto il bando di gara per aggiudicarsi la gestione del complesso museale, l’asta è andata deserta. Troppo alta la cifra di partenza di 5,2 milioni di euro o il progetto complessivo vacilla nel definire un coordinato piano di marketing territoriale – ricettivo? Le domande sono lecite e si prestano a risposte disparate. Quel che è certo è che nessuno si è presentato al bando e ora il Museo su cui tutta la città aveva investito (16 milioni di euro per la realizzazione, partner pubblici e privati) rischia di trasformarsi presto in un gioiello che nessuno vuole indossare.
C’è poi un marchio che più di chiunque altro il mondo conosce e ricorda. Si tratta della celeberrima Casa del Cavallino Rampante. Dall’Asia agli Stati Uniti il simbolo della Ferrari echeggia indiscusso tra gli appassionati di auto e Formula 1. Fondatore ne fu il noto Drake, quell’Enzo Ferrari che ha trasformato il fascino provato all’età di 10 anni quando il padre lo portò ad una gara automobilistica, in una vera e propria passione per sé e per i posteri. Era il ‘29 quando Ferrari fondò la l’omonima “scuderia” e da allora la strada fu solo in ascesa. Il cuore di quel sogno e successo è Maranello, un paesino in provincia di Modena, dove il rosso Ferrari domina incontrastato.
Cosa poteva fare Modena, a distanza di anni dalla morte del padre della casa automobilistica, se non ricordarlo, approfittando per dare respiro ad un’ormai affannosa economia? Nel 2003 si costituisce la Fondazione Casa Natale di Enzo Ferrari – Museo che, presieduta dall’ex direttore di Quattroruote, Mauro Tedeschini (presidente onorario ne è invece l’ingegnere Pietro Ferrari, attuale presidente degli industriali modenesi), conta tra i suoi soci fondatori il Comune di Modena, la Provincia di Modena, la Camera di Commercio di Modena, l’Automobile Club d’Italia e la Ferrari s.p.a.
Lo scopo è promuovere l’immagine e l’opera di Enzo Ferrari, realizzando una struttura museale dedicata alla figura del grande costruttore modenese, alla sfida tra la scuderia del Cavallino e la Maserati e alla tradizione dell’automobilismo sportivo modenese, che si svilupperà nell’area dove è ubicato l’edificio in cui nacque Enzo Ferrari nel 1898, in Via Paolo Ferrari a Modena, a circa un chilometro dal centro della città e pochi passi dalla Maserati.
Ed è così che dopo anni di travagliate discussioni, finalmente parte il bando per la progettazione del complesso museale che conta tra i soggetti pubblici il Ministero per i beni e le attività culturali, la Fondazione cassa di risparmio di Modena, la Regione Emilia Romagna e l’Unione europea; tra i privati il Banco S. Geminiano e S. Prospero, UniCredit Banca e la Banca Popolare dell’Emilia Romagna.
Un progetto corale che si aggiudica, nello scorso 2007, lo studio londinese Future Systems, deputato a dare vita ad una struttura che conta una superficie complessiva di circa seimila metri quadrati, un’area espositiva di 4400 metri quadrati ed un costo di circa 16 milioni di euro. Sarà un complesso museale dotato di sistemi domotici e di geotermia per un alto risparmio energetico.
Comprenderà la casa in cui nacque il Drake nel 1898, che sarà interamente restaurata. Di fronte vi sorgerà una nuova galleria espositiva, caratterizzata da una grande copertura in pannelli d’alluminio di colore giallo, le cui aperture per la luce rimandano alle prese d’aria di auto da corsa. Al suo interno, lo sviluppo dell’area espositiva partirà da un ingresso posto al livello del terreno e scenderà tramite due piani inclinati a una profondità di 5 metri. Un unico grande ambiente dove muoversi tra le autovetture, i motori, i telai e gli oggetti conservati come vere opere d’arte. Attorno a questo grande ambiente si snoderanno due moduli laterali che comprenderanno la caffetteria – ristorante, il bookshop, il centro studi con archivio e biblioteca, una sala per proiezioni cinematografiche, uno spazio polivalente per conferenze e allestimenti temporanei.
I lavori partono nella primavera del 2009 con la speranza, risultata vana, di inaugurare il museo entro l’estate di quest’anno. Siamo in piena crisi globale. Gli effetti della sfavorevole congiuntura economica cominciano a riversarsi sulla ricca Modena in modo veemente, tanto da portare amministratori e parte degli imprenditori a credere che anche una città tipicamente manifatturiera poteva pensare di “riconvertirsi” e divenire città turistica.
Il Museo Ferrari ne costituisce la migliore occasione: d’accordo i politici locali (che l’hanno voluta e si sono impegnati per reperire le fonti di finanziamento necessarie alla sua realizzazione), d’accordo gli imprenditori del terziario; se è vero, infatti, come le previsioni narrano, che il museo conterà una cifra di visitatori pari a 200mila annuali, è altrettanto vero che il settore turistico – alberghiero (ma non solo) avrebbe tutto l’interesse per incentivare l’opera.
Non è un caso che Amedeo Faenza, presidente di Federalberghi, da tempo chieda alla politica locale di accelerare un progetto che “riqualificherebbe un intero quartiere e soprattutto creerebbe un circuito turistico importate per la città”.
Qualcuno, tuttavia, dovrà pur gestirla quest’opera, di cui tutti parlano favorevolmente e la cui gestazione non è stata delle più semplici. Il 6 giugno scorso, dunque, parte il bando per l’affidamento in concessione della gestione del museo casa natale Enzo Ferrari e di tutte le attività affini, ovvero la caffetteria, la biglietteria e il guardaroba per il periodo 2011-2015. La base d’asta è di 5,2 milioni di euro. Forse una cifra troppo elevata, tanto che come comunica la responsabile del procedimento Adriana Zini “la gara è andata deserta non essendo pervenuta al protocollo della Fondazione Casa Natale di Enzo Ferrari entro il termine perentorio fissato dal bando di gara (ore 12:00 del giorno 21 luglio 2011) nessuna offerta”.
Un fulmine a ciel sereno che non ha mancato di destare le più amare riflessioni da parte dell’opposizione politica cittadina. Il consigliere della Provincia di Modena del Pdl, Luca Ghelfi si dice preoccupato per l’esito del bando di gara: “Se da un lato la cifra della base d’asta era eccessiva, d’altro canto la crisi forse ha fatto la sua parte. Ma certamente il contorno dell’opera ancora poco definito non aiuta. Cosa sta crescendo intorno al museo? La zona sta ricevendo la necessaria attenzione, l’offerta del territorio è all’altezza? La ricettività sarà sufficiente ai flussi previsti? E i flussi stessi, saranno quelli preventivati? Insomma troppi punti di domanda per un investimento tanto forte. Temo che attorno al progetto non sia nato un contorno di marketing e promozione all’altezza. Spero ovviamente di essere smentito”.
Dalla Fondazione, tuttavia, rassicurano e promettono che il prossimo bando avrà esito diverso, avendo la stessa intenzione di modificare alcuni aspetti: o abbassare la base d’asta (tenuta alta appositamente – così dicono dalla Fondazione – per evitare che si potesse pensare che i soldi pubblici siano stati impiegati per “favorire” i guadagni di un imprenditore privato) o spacchettare il bando tra i diversi servizi, visto che (specie in momenti di crisi come quello attuale) trovare un unico gestore non è impresa facile.
Di sicuro il tempo stringe. Il cantiere giungerà a conclusione entro la fine del 2011 e prima di allora un imprenditore dovrà necessariamente trovarsi, altrimenti il museo rischierà di divenire una “splendida” cattedrale nel deserto.