Abbiamo scelto un paese carino, che conoscevamo perché ci stanno degli amici.
Lo abbiamo scelto perché c’erano questi amici che hanno figli come noi e perché d’estate si può stare al fresco, in una dimensione tranquilla e in mezzo al verde. Lo abbiamo scelto perché è vicino a un sacco di posti (e anche a Bologna) e ci sono alcuni sentieri davvero invitanti per chi abbia voglia di passeggiare.
Lo abbiamo scelto perché la casa in cui soggiorniamo è costata molto poco e c’è un giardino grande: un vero lusso per chi vive in appartamento tutto l’anno, in città, lungo una strada trafficata.
Il mio compagno ed io siamo due free lance e possiamo lavorare un po’ ovunque. Non nascondo che l’idea di piazzarmi a scrivere in giardino, trasformandolo nel mio ufficio, mi è piaciuta fin da subito. Non nascondo che scendere in paese a comprare il latte e il pane e tornare mentre la bambina scorrazza tranquilla con le amiche, tra la ricerca di sassi e la gara a chi sale per prima sull’amaca mi ha entusiasmato non poco.
Vivere lì costa quanto stare a casa e 2 settimane di vacanza in qualche località marina erano troppo, quest’anno, sia per le nostre tasche che per altre questioni personali.
Non siamo stati gli unici a fare questa scelta e anche la mia amica, quella che ha la casa nel paese e ci va da 30 anni, mi ha raccontato di un ritorno del turismo, di un ripopolamento inaspettato.
Io per scherzare dico che i nostri Appennini sono la nuova Toscana dopo le Marche e che se avessi due lire comprerei casa. Il fine settimana scorso, per esempio, a Montombraro di Zocca c’è stata una manifestazione riuscitissima: la festa della lavanda.
Il paese si è riempito di fiori e profumo di lavanda, si sono moltiplicati laboratori, mercati, stand gastronomici, musica e spettacoli.
Sabato sera, lungo la via del paese c’era più gente che a Riccione.
Ci alterniamo con i nonni, nostra figlia ormai è stabile in montagna. Ci alterniamo perché abbiamo molto bisogno della Rete, per lavorare, il mio compagno ed io.
Quella bella visione di me che mi piazzo in giardino e lo trasformo nel mio ufficio, per il momento è solo un sogno.
Anche se abbiamo una chiavetta che funziona molto bene, la connessione di rete è complicata e riesce solo in un punto della casa: dobbiamo fare i rabdomanti per un po’ ma poi qualche segnale – anche se debole – arriva.
Io riesco comunque a lavorare, per il mio compagno che gestisce molti dati e deve avere connessioni veloci, è più difficile.
E’ un vero peccato.
Questi paesi del nostro Appennino sono bellissimi. E’ un vero peccato che si siano spopolati perché le occasioni di lavoro, specie per i più giovani, scarseggiano.
La banda larga o almeno una copertura decente del segnale di rete, potrebbero essere una spinta importante per la ripresa di quell’economia. Forse se le infrastrutture tecnologiche fossero più potenti, ci penserei seriamente a comprare una casa in quel posto, di cui mi sono innamorata.
Noi lavoratori del web non abbiamo bisogno di molto. Io lavoro in cucina quando sono a Bologna. Non ho grosse pretese di rappresentanza. La mia credibilità si gioca attraverso i bit. Però la rete deve esserci, deve funzionare e rendere funzionale le mie ore di lavoro.
Ci penso sempre quando parcheggio l’auto davanti a questa casa che abbiamo affittato, giungendo da Bologna. Mi guardo intorno e ci sono fiori e piante aromatiche di cui non conoscevo nemmeno l’esistenza e che sto imparando ad apprezzare insieme a mia figlia. Ci sono calanchi bellissimi che diventano rossi al tramonto. C’è pace e tranquillità ma anche tante iniziative formato famiglia. C’è un’aria “fina” che fa rinascere, se si arriva dalla canicola emiliana di pianura.
Quello che manca è la Rete.
Se ci fosse anche quella, ne sono convinta, in paese si incontrerebbero molte più persone, e non solo durante i fine settimana.
Speriamo davvero che le Istituzioni e la Politica nazionale e locale si accorgano che le potenzialità ci sarebbero e che loro sono la CHIAVE. Recentemente è stata promossa l‘Agenda Digitale Italiana: speriamo che i decisori si convincano che l’unica strada per venire incontro alle esigenze concrete delle persone, delle nuove professioni e di un rilancio dell’economia passa attraverso le infrastrutture, l’abbattimento del digital divide geografico e culturale e che il patrimonio naturale e culturale delle province italiane è una carta che va giocata bene.
(La foto l’ho fatta io: uno dei tanti bellissimi scorci sulla strada tra Bologna e Zocca)