Piccole tranche da duemila euro fino ad arrivare a centomila. In questo modo Piero Di Caterina, titolare della Caronte, l’azienda di Sesto San Giovanni che opera nel trasporto pubblico, avrebbe “pagato” l’appoggio di Antonino Princiotta,l’ex segretario generale della Provincia di Milano durante la giunta di Filippo Penati, per ottenere una delibera che risolvesse il suo contenzioso con l’Atm. Contenzioso relativo, a dire dell’imprenditore, ai mancati introiti dovuti alla vendita dei biglietti nel circuito Sitam, il Servizio Integrato Trasporti Alto Milanese, e a cui aderisce anche la sua azienda.
Per la vicenda, messa a verbale da Di Caterina la scorsa estate, oggi Princiotta, al quale è stata contestata la corruzione, è stato interrogato dal pm Walter Mapelli che con la collega Franca Macchia coordina l’inchiesta su un presunto giro di tangenti relative alle aree ex Falck e Marelli e alla gestione del Sitam, e che vede tra gli indagati anche Penati.
Secondo gli atti dell’inchiesta l’allora segretario generale avrebbe ricevuto dall’imprenditore sestese, duemila euro alla volta,fino a raggiungere nel 2008 la cifra complessiva di centomila euro. Denaro che sarebbe servito affinché Princiotta mettesse una buona parola per la stesura e l’approvazione di una delibera che obbligasse l’Atm a versare al Consorzio Trasporti Pubblici spa (che comprende Sesto e Cinisello) e ad altri comuni limitrofi tra cui Segrate, gli introiti dei biglietti, in modo da poter “rientrare dei crediti” vantati – una dozzina di milioni – per il servizio offerto dalla Caronte.
La delibera che stabiliva che l’Azienda dei Trasporti milanese doveva versare al Consorzio 40 milioni di euro arrivò nel gennaio del 2009. Ma poi, a causa del contenzioso aperto tra la Caronte e l’Atm e i ricorsi, tutto si bloccò. La vicenda venne anche denunciata da Di Caterina con alcuni esposti a Gdf e carabinieri.