La piazza e’ quella dell’estate, calda, di Parma. La stessa dove, da qualche mese, gli indignatos ducali pretendono a giorni alterni le dimissioni del sindaco, Pietro Vignali, i cui più stretti collaboratori sono stati arrestati per concussione e tangenti. Ma dai portici del Grano, questa sera, e’ il leader del Pd Pierluigi Bersani a parlare, mischiando politica nazionale e locale con lo stesso monito: “Vignali e Berlusconi vadano a casa”.
Questione morale: “Noi facciamo passi indietro, Vignali no”. Bersani, all’arrivo a Parma, non si dilunga troppo sulla questione morale all’interno del Pd, emersa con i casi Tedesco e Penati, e ribadisce di non voler prendere parte alla “macchina del fango”: “Oggi sono partite un po’ di querele” sostiene secco a margine del comizio ma, alla domanda del due pesi e due misure per le vicende che coinvolgono i Democratici, e’ perentorio: “I nostri fanno passi indietro quando accusati, Vignali no”. Sui fatti di legalita’, sostiene Bersani, “non ci chiuderanno la bocca, se lo scordino”, rivendicando una “diversita’ politica” fatta di “rispetto per la magistratura e le istituzioni, dell’eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e chi ha indagini in corso, deve fare un passo indietro”. Il nome di Penati esce una sola volta dalla bocca di Bersani, ma solo per chiarire: “Prima di lui, abbiamo fatto la stessa cosa con Del Bono a Bologna e, nonostante la citta’ fosse turbata, ha risposto con una grande vittoria del centrosinistra”.
“Parma è nel baratro, da Emiliano è inaccettabile”. Il leader del Pd lancia bordate contro l’amministrazione di Parma: “Com’e’ possibile che questa citta’ sia stata portata nel baratro- domanda Bersani- ma non accettero’ che si facciano leggi speciali come per Catania, per la dignita’ della citta’ e per non farci compatire dall’Italia intera”. Bersani parla di “politiche di potenza politica” e “privatismo delle istituzioni” ma e’ chiaro che si stia parlando a nuora affinche’ suocera intenda: “E’ difficile schiodare Vignali e Berlusconi dalla sedia, sembrano attaccati con il Vinavil”.
Tremonti e i conti a posto. Secondo il leader Democratico, il Governo ha “aumentato il debito di 306 miliardi di euro senza aver dovuto salvare una banca, trasformando la spesa d’investimento in spesa corrente”. Ma a chi dice che il Pd non ha proposte, Bersani sferza: “Alla prima manovra, tre anni fa, hanno buttato via 15 miliardi per tagliare l’Ici, salvare Alitalia e togliere la tracciabilita’ dei pagamenti dicendo che non c’era crisi. Noi proponemmo un piano di piccole opere per i Comuni con una riduzione delle tasse ai pensionati e famiglie a reddito basso. Chi aveva ragione?”.
“L’instabilità è creata dalla palude non dal voto”. Stando a Bersani, quindi, il Pd non ha pauradel voto, ne’ a Parma, ne’ tantomeno a livello nazionale. “In giro e’ un disastro- continua il Democratico- non possiamo andare avanti cosi’ perche’ chi mi dice che il voto crea instabilita’, e’ falso. E’ la palude che la crea e i mercati aspettano solamente una svolta ed energie nuove visto che la strada maestra sono solo le elezioni”. Ma le alleanze? “Serve discontinuita’ e noi non faremo la ruota di scorta di questi qua”.
“Togliamoci la malattia dalle vene dopo 15 anni. La Lega? Ministri di Mubarak”. Ma al leader Pd non basta solamente mandare a casa Berlusconi, “voglio che ci togliamo la malattia che ci e’ entrata nelle vene 15 anni fa” con un Governo di discontinuità che “stia ai tempi di una nuova legge elettorale”. Il piddino, parlando del Governo, chiosa anche sulla Lega, domandandosi ironico “dove sia finita la Lega di una volta, visto che adesso fanno gli indignatos: voi non siete i giovani di piazza Tahrir- dice Bersani all’indirizzo del Carroccio- ma solo i ministri di Mubarak”.
“I prossimi mesi non semplici, noi siamo l’unica speranza”. Bersani si mette quindi a “disposizione” dell’Italia e di Parma “per una nuova stagione politica”. Il Pd, nonostante sia “troppo giovane per aver risolto tutti i suoi problemi ma troppo vecchio per essere un progetto fallito” ha “tanto da dare, con in testa solo l’Italia”: “Risvegliamoci- e’ il monito del Democratico- perche’ i prossimi mesi non saranno semplici. Siamo il primo partito in Italia ma in questa citta’ serve uno sforzo particolare”.
“Ci siamo ripresi la parola patriota ora riprendiamoci il Va Pensiero”. Prima di scendere dal palco allestito sotto le porte del Comune di Parma, Bersani chiede a gran voce il “ritorno a casa” del Va’ Pensiero. “Ci siamo ripresi la parola ‘patriota’ e la prossima volta che vengo a Parma suoniamo insieme il Va’ Pensiero che ci e’ stato rubato dalla Lega”.