Un clic e via, scompare dal sito web ufficiale dell’America’s Cup – il trofeo per eccellenza nello sport della vela – la pagina dedicata al team Venezia Challenge, l’unico equipaggio italiano che sembrava avesse trovato i fondi necessari per partecipare alle regate in programma dal prossimo 6 agosto al largo di Cascais, in Portogallo.
In una nota diffusa dall’organizzazione della Coppa America, il direttore Ian Murray spiega così le ragioni dell’esclusione del team a pochi giorni dal via. “Dopo lunghe discussioni, era stato raggiunto un accordo che imponeva allo sfidante di soddisfare certi obblighi entro questo weekend e i tempi sono scaduti”.
I “certi obblighi” a cui fa riferimento Murray riguarderebbero il pagamento della barca e della tassa di iscrizione, che non sarebbe stata saldata completamente dai responsabili del sindacato italiano. Rincara la dose Tom Ehman, in rappresentanza del Golden Gate YC, il club che gestisce e coordina le attività di Oracle, il team “Defender” poiché vincitore dell’ultima edizione del trofeo (Valencia, 2007): “Venezia Challenge è venuta meno ai suoi impegni e ha di conseguenza perso il diritto di continuare il suo cammino nella 34ma America’s Cup”. Insomma, fine dei giochi, Venezia Challenge è fuori dall’America’s Cup 2011 in via definitiva, questa la sentenza senza appello dell’organizzazione.
La replica del team italiano non si è fatta attendere. E solleva un polverone che promette di fare danni senza precedenti. Il comunicato girato alla stampa dice testualmente: “Quanto dichiarato è una interpretazione unilaterale che non ha visto coinvolta la Giuria indipendente. Venezia Challenge contesta integralmente, in fatto e in diritto, le comunicazioni e i provvedimenti presi dall’organizzazione in evidente contrasto con le procedure previste per l’esclusione dei team dal Protocollo stesso”. La partita è aperta, probabile che adesso il timone venga preso in mano dagli avvocati, che faranno la loro parte per dirimere una questione che è destinata a lasciare uno strascico importante negli sviluppi della gara velistica più importante al mondo.
La Venezia Challenge srl, con a capo due imprenditori milanesi, Carlo Magna ed Emanuela Pulcino, ha depositato i documenti necessari per l’iscrizione all’America’s Cup 2011 presso il Golden Gate Yacth Club di San Francisco per nome e conto del Club Canottieri Roggero di Lauria di Palermo. Un team, tre città da coinvolgere in modo diverso: Milano, Venezia e Palermo. “L’obiettivo che ci siamo dati è raccogliere 50 milioni di euro”, dichiarò nel giugno dello scorso anno lo stesso Magna al Corriere Veneto. Denaro che sarebbe dovuto arrivare dai numerosi sponsor che sarebbero stati contattati per prendere parte all’ambizioso progetto del team italiano. L’imprenditore milanese aveva le idee chiare: “Abbiamo già avuto numerosi contatti con aziende della moda, del design e del lusso. Attendiamo le regole, poi si vedrà. Certo è che, in linea teorica, ci piacerebbe partire proprio dal Veneto. Con le sue eccellenze e i suoi simboli”. La sensazione, al netto degli ultimi avvenimenti, è che il progetto Venezia Challenge non sia mai davvero decollato. Con buona pace di tutti gli appassionati di vela italiani, che dovranno aspettare ancora qualche anno prima di rivedere un team di casa nostra dare battaglia ai grandi sindacati della vela mondiale.
di Dario Pelizzari