La scrittrice Agota Kristof è morta a 76 anni nella sua casa di Neuchâtel in Svizzera. A dare la notizia della sua scomparsa il quotidiano ungherese Hvg online secondo cui l’artista sarebbe mancata nella notte di mercoledì. Autrice tradotta in 30 paesi e riconosciuta tra le stelle della letteratura europea contemporanea, Agota Kristof era nata nel 1935 a Csikvand, un piccolo villaggio dell’Ungheria nordoccidentale. Lì aveva vissuto fino al 1956, anno in cui l’Armata rossa entrò a Budapest per soffocare la rivolta contro il regime sovietico. Abbandonato il paese d’origine, aveva deciso di trasferirsi a Neuchatel in Svizzera, dove ha vissuto tutta la sua vita.
La Kristof, abbandonato l’ungherese, ha sempre scritto in francese, sua seconda lingua, e per questo si definiva “una analfabeta”. Il successo internazionale arrivò nel 1987 con la pubblicazione de Le grand cahier (Il grande quaderno, poi tradotto con Quello che resta), che guadagnerà il titolo di “Livre Européen”. Tuttavia il suo romanzo di maggiore successo e per il quale è conosciuta in tutto il mondo è Trilogia della città di K, una allegoria della guerra nella quale sono confluite oltre a Le grand cahier , anche La preuve (La prova) e Le troisième mensonge (La terza menzogna).
Considerata una delle voci più intense della letteratura francofona, la Kristof nel corso della sua carriera è stata insignita di numerosi riconoscimenti, tra cui il premio Alberto Moravia nel 1998, l’Adelf in Francia e tre anni fa quello austriaco per la letteratura europea. L’ultimo è stato il premio Kossuth, ricevuto lo scorso marzo, per il quale era ritornata a Budapest. In Italia, i suoi libri sono stati pubblicati da Einaudi, Guanda e Bellinzona. Da uno dei suoi capolavori, “Ieri”, è stato tratto il film “Brucio nel vento” diretto da Silvio Soldini.