Commettiamo spesso un errore che ci rende poco “costruttivi”: ci infiammiamo ogni giorno per l’ennesima ingiustizia di cui noi, il Paese, e in particolare i soggetti più deboli sono vittima, ma il giorno successivo ci buttiamo a capofitto per contestare un nuovo sopruso distogliendo la nostra attenzione dalla battaglia precedente. Da un lato è inevitabile, specie se si ha un governo e un presidente del Consiglio che ogni giorno sfornano un provvedimento illiberale o una nuova legge per sottrarsi al carcere o quantomeno al giudizio della magistratura. O se siamo costretti ad ascoltare esponenti politici che sembrano vittima di un’insolazione estiva quando affermano, come ha fatto ieri la deputata Gabriella Carlucci, che “se vince la sinistra avremo tanti casi Winehouse“…
Ci sono tuttavia episodi e dichiarazioni la cui gravità è tale da doverci vedere impegnati a testa bassa fino al conseguimento del risultato, a parziale risarcimento del danno subito. Tra questi c’è il contenuto delle interviste rilasciate dal leghista Mario Borghezio, che ha affermato di condividere il 100% delle tesi del massacratore di Oslo.
Borghezio non è un passante, non è un cittadino comune con l’ansia di arrivare a fine mese che rilascia un commento avventato. E’ un membro del Parlamento europeo che guadagna oltre 10mila euro netti al mese. E’ un nostro rappresentante (di tutti) in una prestigiosa istituzione sovranazionale. E per di più è membro della Commissione per le libertà civili. Può un deputato europeo lasciarsi andare a un’asserzione del genere, ultima di una lunga serie di offese e umiliazioni ai danni di cittadini meridionali, extracomunitari o di religione o preferenza sessuale diversa dalla sua?
I colleghi leghisti si sono precipitati a stigmatizzare le dichiarazioni di Borghezio e a specificare che le sue sono affermazioni individuali. Basta così? Sarà sufficiente la consueta tecnica della smentita o le scuse del giorno per derubricare la vergognosa vicenda? Borghezio non ha alcuna intenzione di rinunciare al prestigioso incarico e alla munifica indennità. Pertanto è dai cittadini, italiani ed europei che deve partire una perentoria campagna per chiedere la sua estromissione dal consesso europeo e che dovrà continuare fino a quando il risultato sarà raggiunto.
Insieme a Filippo Rossi direttore del Futurista, Articolo21 ha lanciato un’apposita petizione popolare: ai sensi dell’articolo 227 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, “qualsiasi cittadino può esercitare in qualsiasi momento il diritto di presentare una petizione al Parlamento europeo, individualmente o in associazione con altri”. Per questa ragione chiediamo al Parlamento europeo di agevolare la procedura di dimissioni del deputato Borghezio o quantomeno di individuare i più pesanti provvedimenti disciplinari a carico di un rappresentante delle istituzioni che ha agito nel totale disprezzo e dileggio dei codici e delle convenzioni internazionali.
Sul sito internet del Parlamento europeo si può compilare e spedire un apposito modulo, nel quale inserire i propri dati, il titolo e il testo della petizione. Inondiamoli. E ripristiniamo, con le dimissioni di Borghezio un principio elementare di giustizia e di civiltà.