Venti giorni di audizioni per produrre le 32 pagine che raccolgono i capi di imputazione che gravano sui presunti responsabili dell’affaire calcioscommesse. Il procuratore federale della Figc Stefano Palazzi spiega nel documento le ragioni delle sue accuse. Che coinvolgono al momento 26 giocatori e 18 club. Tra loro, rischia grosso l’Atalanta (responsabilità oggettiva), che potrebbe venire penalizzata di alcuni punti da scontare nel prossimo campionato di serie A a causa dell’illecito sportivo che avrebbero commesso due giocatori neroazzurri, Thomas Manfredini e il capitano Cristiano Doni. Poche noie invece per il Chievo, che al massimo dovrebbe pagare con una multa la passione di Stefano Bettarini per le scommesse sportive. Già, perché l’ex marito della Ventura, opinionista nell’ultima edizione della trasmissione tv “Quelli che il calcio”, risulta ancora tra i tesserati della società del presidente Campedelli. Processo sportivo al via il 3 agosto al Parco dei Principi di Roma davanti alla Commissione disciplinare, che rappresenta il primo grado della giustizia sportiva.
“I deferimenti rispettano le aspettative della vigilia – dice al Fatto Quotidiano l’avvocato Cesare Di Cintio, esperto di diritto sportivo -. Ciò che fa specie è la contestazione dell’illecito associativo. E’ una figura mutuata dal diritto penale, dove si fa riferimento all’associazione a delinquere. E’ stata introdotta nel nuovo codice di giustizia sportiva varato nel 2007 ed è la prima volta che viene contestata in maniera così corposa”. Nei giorni scorsi, si è parlato anche della possibilità di una retrocessione dell’Atalanta per i noti fatti contestati a Doni e Manfredini, ipotesi credibile? “Non credo che ci siano gli estremi per parlare di retrocessione – dice ancora Di Cintio –. La retrocessione è il massimo della pena prevista per fatti che hanno a che vedere con la responsabilità oggettiva. In questo caso, lo dicono i precedenti, è lecito pensare che il club bergamasco possa subìre ‘soltanto’ alcuni punti di penalizzazione nel massimo campionato, nulla più. In ogni caso, è doveroso aggiungere che non sappiamo cosa potrà emergere nel corso del processo sportivo. Per questo, le nostre riflessioni devono essere necessariamente contestualizzate all’oggi”.
Il 3 agosto inizierà, come detto, il processo sportivo ai danni dei 44 tesserati deferiti dal procuratore federale. Le condanne arriveranno probabilmente alcuni giorni dopo. Il secondo grado della giustizia sportiva, davanti alla Corte di giustizia federale, si celebrerà invece dopo ferragosto. Il passo successivo sarà l’Alta corte del Coni. Ma è probabile che la sentenza definitiva arrivi a campionati in corso. La stagione di serie A 2011/12 prenderà infatti il via sabato 27 agosto con i primi due anticipi. Difficile che tutto venga risolto prima del calcio d’inizio.
La giustizia sportiva è chiamata a dirimere questioni spinonissime in brevissimo tempo. Perché va salvaguardato il regolare svolgimento dei tornei, che va di pari passo con l’entusiasmo dei tifosi. Se cade quest’ultimo, è la fine del sistema, che vive e si sostiene sulla passione di coloro che acquistano i biglietti allo stadio e seguono la partita in diretta tv. Tuttavia, la fretta non aiuta quasi mai, anzi, può complicare le cose e portare a sentenze per lo meno incomplete. “E’ vero – commenta Di Cintio – la fretta limita il diritto di difesa di chi è chiamato a rispondere di accuse importanti nelle sedi opportune. Scudetto del 2006? La Federcalcio non poteva fare altrimenti. Per statuto, la Figc può soltanto assegnare il titolo, non revocarlo. Per cui, tutti quelli che dicono che la federazione avrebbe potuto agire in modo diverso, si sbagliano”.
di Dario Pelizzari