E fu così che il colosso dell’edilizia emiliana finì per la seconda volta nei fascicoli della magistratura. Il Consorzio Cooperative Costruzioni (Ccc) già aveva visto iscrivere il presidente Piero Collina in quello aperto dalla procura di Bologna sull’affaire Civis, il tram su gomma a guida ottica da 140 milioni di euro mai realizzato. E nei giorni scorsi è stata la volta del vice presidente e direttore dei lavori, Omer Degli Esposti, accusato di concussione dai magistrati di Monza nell’ambito nell’indagine a carico del Pd Filippo Penati, ex presidente della provincia di Milano e consigliere regionale in Lombardia, sul recupero dell’area Falck di Sesto San Giovanni.

La presunta concussione per la Falck e i consulenti da 2,4 milioni di euro. La notizia del coinvolgimento di Degli Esposti circolava già da qualche giorno senza trovare conferme all’inizio. Poi però l’iscrizione nel registro degli indagati è diventata ufficiale e subito sono giunte le reazioni. Tutto regolare, mai offerto un euro di tangenti, hanno fatto sapere da Ccc. Ma diversamente la pensano nella procura lombarda, dove hanno raccolto le dichiarazioni di un imprenditore, Giuseppe Pasini, lo stesso che ha fatto il nome di Penati. In base a quanto ha detto agli inquirenti, per essere incluso nell’affare Falk, Pasini sarebbe stato costretto ad avvalersi di due professionisti vicini alle cooperative rosse emiliane, Francesco Agnello e Giampaolo Salami (entrambi sotto indagine). E a loro avrebbe dovuto liquidare nell’arco di due anni (tra il 2002 e il 2004) fatture per un importo complessivo di 2,4 milioni di euro.

Nella versione di Omer Degli Esposti, invece, i due consulenti, esperti nella movimentazione immobiliare, avrebbero già avuto contatti propri con la famiglia Falk e l’esperienza acquisita sul campo li avrebbe resi utili per il progetto di recupero indipendentemente da qualsiasi segnalazione, che non ci sarebbe stata. L’ammontare del compenso, poi, secondo il vice di Ccc sarebbe servito a saldare “il loro lavoro di un anno e mezzo”. E al Corriere della Sera avrebbe insinuato un progetto per colpire il suo gruppo. “Il fatto è che diamo fastidio. Finché rimanevamo rintanati in Emilia e Toscana, andava bene: appena però abbiamo cominciato a prendere lavori in tutti il Nord… Ma non c’è problema. Chi se ne ha a male, si rassegni: noi ci siamo. E anzi ci allargheremo anche al Sud”.

Civis e People Mover: i lavori bolognesi nel mirino della magistratura. Il Consorzio Cooperative Costruzioni è un colosso che gestisce – tra i 5 miliardi di euro del giro d’affari annuo – più di un miliardo in appalti e che ha partecipazioni in molti settori, dal brokeraggio assicurativo alla finanza con uno sguardo rivolto verso i mercati dell’Est europeo. Le cooperative che aderiscono al Ccc sono inoltre 230 mentre 20 mila gli occupati nelle varie attività. Nelle sue realizzazioni, possono essere annoverati interventi su alta velocità Milano-Bologna, passante di Mestre, aeroporto Leonardo da Vinci di Roma e molto altro tra università, termovalorizzatori, tramvie, musei e teatri. E poi ci sono due opere bolognesi travagliate. La prima, il Civis, progetto che come ideazione risale all’ultimo periodo della giunta di Walter Vitali ed entra nella fase operativa con il sindaco Giorgio Guazzaloca, in carica dal 1999-2004.

Ad anni di distanza – e a polemiche divampate in più fasi tra Provincia e Comune con tanto di ricorsi al Tar – oggi la vicenda è materia della procura di Bologna che, oltre a Ccc (nella persona di Piero Collina), ha indagato i rappresentanti legali di società del gruppo Fiat, come Iribus e Maresca e Fiorentino, per reati che vanno dalla corruzione all’inadempimento di pubbliche forniture.

E poi c’è il People Mover, navetta su monorotaia che dovrebbe coprire, se mai verrà realizzata (i lavori dovevano partire lo scorso anno), i 13 chilometri tra la stazione centrale di Bologna e l’aeroporto Marconi impiegando 7 minuti e mezzo. Per questo progetto, come per il Civis, Ccc si è aggiudicata la realizzazione e una concessione di 35 anni, entrambe in carico a una società costituita ad hoc, Marconi Express. Ma indagini della Corte dei Conti e della procura della Repubblica ora stanno cercando di chiarire aspetti legati alla suddivisione degli importi dell’intervento (90 milioni di euro), ritardi e modalità di gestione della gara d’appalto.

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