“La storia delle tangenti di Sesto San Giovanni ci mette tutti un po’ in imbarazzo, speriamo che si faccia subito chiarezza”. Paola è una parmigiana del Sasso, che qui significa parmigiana d.o.c. Erano oltre un migliaio stasera a sentire il segretario del Partito Democratico, Pierluigi Bersani. Teatro del comizio il Portico del Grano antistante la sede del Comune. Un simbolo della città in una città-simbolo, visto che sotto queste arcate nelle ultime settimane è nata e si è sviluppata la protesta degli indignati di Parma contro il sindaco Pdl, Pietro Vignali, travolto, insieme alla sua giunta, dagli scandali e dalle inchieste per corruzione.
“Penso che sia doppio il motivo per cui il segretario del Pd debba venire qui a parlare di ciò che sta avvenendo a Parma”, spiega Matteo Caselli, consigliere comunale Pd, all’opposizione a Parma, “Penso che sia netta e chiara la differenza tra noi e gli altri”. Nessun imbarazzo insomma? “Se qualcuno è coinvolto il Pd lo manda a casa. Questo mi aspetto dal partito”.
Paola invece non è iscritta al Pd, ma è una delle indignate anti-Vignali. Il discorso di Bersani non la convince del tutto. Non la convince soprattutto la parte del discorso riguardante la vicenda Penati: “E’ stato troppo breve, doveva andare più a fondo sulla questione morale”, spiega Paola. “Bisogna che nel partito parta un ricambio generazionale. Va bene che chi sbaglia faccia un passo indietro, ma bisogna agire prima”. La sostiene il marito: “A furia di stare attaccati al potere è normale che si cada in certi errori. Certo”, conclude, “se il ricambio è Matteo Renzi…”. Tuttavia anche Paola ammette: “A me Bersani piace!”.
E’ proprio questa la sensazione passando tra la gente, militanti o semplici curiosi: che il segretario li abbia catturati. Del resto, dopo gli scandali della giunta comunale in una delle poche roccaforti Pdl di una regione rossa come l’Emilia Romagna, Bersani ha gioco facile. E l’accenno iniziale alla vicenda Penati sembra aver preso nel segno. “Mi sta convincendo”, racconta Renato, un parmigiano “di centrosinistra” venuto ad ascoltare il segretario. Come lui tra i tanti capannelli di persone appoggiate sulle loro biciclette c’è anche Mauro, altro parmigiano del Sasso. Anche lui non ha dubbi. “Sta dicendo quello che mi aspettavo dicesse”.
Sulla questione morale tutti confidano nel leader. “Cosa vuole che le dica”, spiega un vecchio parmigiano militante da anni nel “partito”, “se ci sono delle mele marce è giusto che siano eliminate“.
Insomma, nel giorno delle querele, delle lettere ai giornali il piacentino Bersani trova a Parma un po’ di ristoro dopo le tempeste di questi giorni. A rovinargli un po’ la quiete serale le proteste del Comitato contro l’inceneritore. Al grido di “No inceneritore” hanno salutato il leader Pd che andava via. La Provincia di Parma, a guida Pd, è stata la prima nel 2005 a “sponsorizzare” l’impianto contestato.