L'amministrazione comunale riminese cerca di risolvere in piena stagione estiva la delicatissima questione della nuova rete fognaria. Tocca ad Hera proporre un piano operativo. Il 5 agosto la presentazione alla stampa. Ma per ora bocche cucite sul progetto chiave per rifondare il futuro di Rimini
Hera si è chiusa in silenzio stampa e ora si attende di conoscere con maggiore esattezza il contenuto del piano stralcio operativo da qualche indiscrezione di palazzo Merlato. Intanto il sindaco ha dato mandato agli uffici tecnici del Comune di redigere un’istruttoria sui nuovi interventi proposti, per garantire che le soluzioni tecniche individuate da Hera siano coerenti con il piano generale delle fognature e con l’atto d’indirizzo, approvato dal consiglio comunale nello scorso febbraio, col voto favorevole della maggioranza e l’astensione della minoranza consiliare.
Dopo questa prima analisi, il piano operativo di Hera sarà presentato venerdì 5 agosto ai consiglieri comunali della terza commissione dipartimentale “Territorio, ambiente, mobilità”, in una riunione propedeutica all’esame e alla discussione del consiglio comunale. Tra relazioni, documenti, analisi, allegati cartografici e mappe, Hera con il suo piano definisce scenari, tempistiche e costi degli interventi di breve e medio periodo sul sistema fognario di Rimini.
Il piano, che prevede il progressivo sdoppiamento delle acque bianche e nere da realizzarsi in un ventennio, se approvato dovrebbe prendere l’avvio con un investimento, per il primo stralcio di tre anni, pari a 120 milioni di euro. Uno degli interventi previsti dovrebbe alleggerire l’impatto dell’acqua piovana sul sistema fognario, riducendo la pressione esercitata sul depuratore di Santa Giustina.
Mentre la stagione vacanziera prosegue, tra un piovasco e l’altro emergono i problemi di un’industria turistica che ormai ha preso coscienza della necessità di intervenire seriamente sul sistema delle fogne, dal quale dipende la salute del mare. Molti albergatori non hanno reagito con una levata di scudi -come ci si sarebbe potuto aspettare- alla proposta di Gnassi di introdurre una tassa di soggiorno.
“Gli albergatori hanno capito che con internet non c’è più scampo”. A dirlo è Sergio Giordano dell’associazione onlus Basta merda in mare. Giordano si riferisce al sito di Arpa Emilia-Romagna che anche ieri indicava con due bandierine rosse il divieto temporaneo di balneazione in corrispondenza degli sfioratori di piena di Colonnella e della fossa Roncasso di Miramare. La causa? Come al solito un po’ di pioggia.
“Non ci si può trovare in emergenza ogni volta che piove”, tuona dai banchi dell’opposizione il pidiellino Gioenzo Renzi. “Se Rimini vuole ancora essere una stazione balneare deve reagire. Sono passati due mesi da quando Gnassi è stato eletto e non ha ancora fatto nulla, mi sembra che abbia le idee poco chiare”. Renzi rivolge critiche anche all’indirizzo di Hera che ritiene “in grave ritardo”. La holding infatti “avrebbe dovuto approntare un piano operativo prima della presentazione del bilancio 2011 e ancora non ha garantito gli interventi necessari sul breve periodo, come il potenziamento delle vasche di prima pioggia”.
Nonostante le critiche del Pdl, il sindaco Gnassi si affida a Hera per mettere in pratica il piano di sdoppiamento delle fogne. Sembra che l’amministrazione comunale voglia cavalcare un nuovo corso nella politica del trattamento dei reflui. Ora Rimini non deve perdere tempo, fare le scelte sbagliate potrebbe significare la perdita di un’utenza turistica che chiede un impegno serio alla città, in termini di volontà operativa e trasparenza nell’informazione sulle condizioni del mare.