Tutto crolla. E’ una svolta della Storia, repentina ma a lungo covata.
Trent’anni fa avevo capito. Ho dedicato la mia vita a studiare questa particolare tempesta. Ho cercato di contrastare questo esito disastroso. Sono andato nelle migliori università del mondo, pagando gli studi con le borse di studio, i debiti e il lavoro. Ho servito nelle più importanti organizzazioni economiche internazionali. Sono stato consulente di diversi paesi. Sono rientrato in Italia nel 2000 come consigliere economico del presidente del Consiglio. Ma i politici si occupavano dei loro affari. Perciò mi sono candidato alle primarie del Pd del 2007: non per battere Veltroni; ma per mandarvi un segnale: “Scegliamo i nostri leader fuori dai partiti, privilegiando l’alta competenza e l’onestà”. Voglia di cambiamento portami via…
Negli ultimi anni – ancora venerdì scorso – ho avvertito: “Stiamo facendo ‘troppo poco, troppo tardi’; e la strada che seguiamo è sbagliata”. Ricordate dopo il vertice di Bruxelles, quanti economisti scettici come me? Neanche io. Perché prendersela con i migliori? Perché i ladri, i corrotti, gli incompetenti sono in tutti i paesi de mondo. Non sono mai loro a fare la differenza. La differenza, la fanno i migliori.
Ieri i mercati si sono concentrati sull’Italia. Il perché, è presto detto. Abbiamo consentito per qualche giorno di troppo ai tassi d’interesse di galleggiare a livelli insostenibili (spread sopra 240). La Spagna questi tassi può ancora permetterseli, perché ha un debito tre quinti del nostro; l’Italia no. E i mercati hanno detto: “Voi accettate tassi insostenibili? Allora non sarete in grado di onorare i vostri debiti!”. E sono spariti i compratori: sul mercato sono rimasti solo venditori. E ora? Ci sarà un’ultima difesa; concitati vertici europei; recuperi e cadute dei mercati. Ma l’esito è (quasi) segnato: queste crisi, prese in ritardo, diventano inarrestabili.
E intanto, che fervore! Vedo Bersani respingere le calunnie sul Pd; Marina Berlusconi querelare Travaglio; Frattini avanzare la sua candidatura… Se i blog e i commenti su ilfattoquotidiano.it ne sono lo specchio fedele, il paese dibatte di: gay, matrimonio, monnezza, casta, arrestiamo Borghezio… I grilli parlanti? Che noia! : “Cambiare strada, cambiare strada, cambiare…”.
Marcegaglia e parti sociali: “Discontinuità!” Bene, ma in che direzione? Ne hanno idea? Qui serve (per la competitività) un patto per ridurre il costo del lavoro (soprattutto dei dirigenti e dei funzionari, della pubblica amministrazione) del 15%. Qui serve (per ridurre il deficit) alzare le tasse subito (per il 2013) fino a chiudere il buco, e poi mettere il Parlamento a tagliar le spese: ogni taglio di spese, un taglio di tasse. E mettere nella Costituzione i limiti ai deficit (variabili in funzione di crescita e occupazione): prevedendo stipendi dimezzati agli onorevoli se si sfora. E ridurre i costi della politica: non sono briciole. Qui serve (per la crescita) far manovre redistributive (dai ricchi ai poveri) di ampia portata. E varare nuove regole ambientali, che costringano a nuovi investimenti. E soprattutto: è necessario aprire un contenzioso di alto livello con l’Europa sulla politica monetaria, sullo statuto della Bce, sui salari tedeschi. Chi c’è in giro con una visione così ampia ed equilibrata?
La sensazione nel mio cuore, stasera, è che ho fallito. Il debito sta crollando. La valanga si è messa in moto; procede con lenta ma poderosa accelerazione. Ma non mi pento di aver speso così mia vita. Mi lascia dentro un non so che di sereno.