Per quanto riguarda il concorso, di grosse sorprese non ce ne sono state. Alla conferenza stampa di presentazione della 68a edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (31 agosto/10 settembre), stamattina, il direttore Marco Müller e il presidente della Biennale Paolo Baratta hanno confermato quei titoli forti che da qualche mese rimbalzano da un sito all’altro tra rumors, smentite e conferme dell’ultimo minuto. Oltre a George Clooney, che apre il festival con The Ides of March, accompagnato in passerella da chi riterrà più opportuno, sono in gara per il Leone d’oro Roman Polanski con Carnage, David Cronenberg con A Dangerous Method, Philippe Garrel con Un été brulant e i tre italiani Cristina Comencini, Emanuele Crialese e Gian Alfonso Pacinotti, rispettivamente, con Quando la notte, Terraferma e L’ultimo terrestre.
Completano il concorso di Venezia 68 Tinker, Taylor, Soldier, Spy di Tomas Alfredson, Wuthering Eights di Andrea Arnold, Texas Killing Fields di Ami Canaan Mann, Taojie (A Simple Life) di Ann Hui, Hahithalfut (The Exchange) di Eran Kolirin, Alpeis (Alps) di Yorgos Lanthimos, Shame di Steve McQueen, Poulet aux prunes di Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud, Himizu di Sion Sono e Seediq bale di Te-Sheng Wei. Ancora, gli affezionati Todd Solondz con Dark Horse, Abel Ferrara con 4:44 Last Day on Earth, William Friedkin con Killer Joe e Alexander Sokourov con Faust. Rimane segreto il consueto “film sorpresa” svelato al pubblico festivaliero soltanto una volta in sala, com’è tradizione delle edizioni curate da Müller.
Nella sezione Fuori Concorso (opere firmate da autori di importanza riconosciuta), Marco Bellocchio, cui andrà un doveroso Leone d’oro alla carriera, presenterà Nel nome del padre in un Director’s Cut che paradossalmente dura meno della versione tradizionale. Sebbene lo storico titolo, come ha indicato il regista piacentino, “non è cambiato nei contenuti o nei significati, non è stato addolcito in alcun modo, si può dire soltanto che in questa versione definitiva fa pensare un po’ meno a Brecht e un po’ più a Vigo, ben lontano comunque dalla sua innocenza…”.
Restando ai registi italiani, Fuori Concorso vede la partecipazione di Ermanno Olmi con Il villaggio di cartone, del quartetto Maselli, Lizzani, Gregoretti, Russo con Scossa, di Rolando Colla con Giochi d’estate, di Alessando Paris e Sybille Righetti con Questa storia qua, dei corti firmati Martone, Marcello, Zamagni e Ranocchi oltre ad una nuova versione restaurata del documentario India, Matri Bhumi di Roberto Rossellini. La più attesa in passerella, invece, è Madonna con W.E., cui seguono Al Pacino con Wilde Salome e Steven Soderbergh con Contagion, interpretato dai divi Matt Damon, Kate Winslet, Marion Cotillard, Jude Law e Gwyneth Paltrow.
Della selezione ufficiale, di cui fa parte anche Controcampo Italiano, molti habitué del Lido dichiarano di preferire su tutte la sezione Orizzonti, dedicata alle nuove correnti, che nelle parole degli organizzatori è un’“esplorazione dei modi del cinema contemporaneo, all’incrocio con gli altri linguaggi espressivi”. Scorrendo i nomi in cartellone, sin dal titolo di apertura – Cut di Amir Naderi, davvero uno dei più straordinari autori contemporanei – troviamo opere prime e seconde, maestri riconosciuti e promesse, lavori di ricerca e di tendenza, film saggio e animazione in “un viaggio in compagnia di corti medi e lungometraggi, per affrontare la questione del racconto cinematografico senza negarne la dimensione emotiva e sensuale”. Tra i molti nomi anche quelli di Jonathan Demme e Pippo Delbono, Teresa Villaverde, Shinya Tsukamoto, Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi.