Prezzi stracciati Atc. Basta essere dipendenti pubblici locali. Al posto dei 300 euro di abbonamento annuale che pagano i comuni cittadini, senza distinzione di reddito, si passa dai 115 euro dei dipendenti del Comune, ai 50 dell Provincia, fino ai 38 per i dipendenti di Viale Aldo Moro. Proprio nei giorni in cui la Finanza scopre che Atc non ha versato quasi 18milioni di euro nelle casse del Comune di Bologna
Oltretutto è da qualche settimana che Atc (l’azienda dei trasporti del comune di Bologna e di Ferrara) non se la passa troppo bene, soprattutto dopo la scoperta, qualche giorno fa, dei 17,7 milioni riscossi e mai versati alle casse del Comune di Bologna. Mentre la possibile restituzione di quei 17 milioni a Palazzo d’Accursio potrebbe mettere in crisi i bilanci dell’azienda pubblica, si scopre che c’è una platea di almeno 5 mila persone tra Comune e Provincia di Bologna e Regione Emilia Romagna che quegli abbonamenti li può avere con sconti che possono andare oltre l’80%.
La motivazione di partenza di questi sconti è nobile: favorire la mobilità urbana con agevolazioni ai dipendenti delle grandi aziende pubbliche e private, come prevede il decreto firmato nel lontano marzo 1998 dal ministro dell’Ambiente dei Verdi, Edo Ronchi. Il decreto imponeva che “(…) gli enti pubblici con singole unità locali con più di 300 dipendenti e le imprese con più di 800 addetti” ubicate nei comuni molto inquinati, “adottano il piano degli spostamenti casa-lavoro del proprio personale dipendente (…). Il piano è finalizzato alla riduzione dell’uso del mezzo di trasporto privato individuale e a una migliore organizzazione degli orari per limitare la congestione del traffico”. Il decreto del ministro dell’allora governo Prodi non prevedeva l’ammontare degli sconti. A questo hanno provveduto i singoli enti. E oggi, a 13 anni da quel decreto, quelle che dovevano essere agevolazioni sembrano essere diventate un chiaro privilegio.
Entrando nel dettaglio, per avere i prezzi migliori bisogna farsi assumere (anche a tempo determinato) nei palazzoni regionali di viale Aldo Moro a Bologna. Il sistema è molto semplice: c’è una convenzione tra Regione e Atc e sulla base di questa i dipendenti possono richiedere un abbonamento annuale. Il costo per i 365 giorni per il dipendente è di 38 euro, per i dirigenti di 50 euro. Non c’è alcuna differenza di inquadramento né di redditi.
L’abbonamento viene pagato solitamente con trattenuta sullo stipendio. Ipotizziamo una grande “sofferenza”, per un dirigente, magari del settore Sanità e politiche sociali, che all’anno guadagna 149 mila euro lorde, vedersi trattenere 50 euro per viaggiare tutto l’anno su un autobus (sempre che abbia usufruito di un abbonamento Atc, va precisato).
I conti di quanto denaro se ne va via con queste agevolazioni sono presto fatti. La Regione ha rilasciato 1.900 abbonamenti quest’anno. Non sappiamo quanti siano a favore dei dirigenti e quanti per i dipendenti. Di fatto, se ipoteticamente fossero tutti abbonamenti a 50 euro per dirigenti, siamo a 475 mila euro di ammanco, se fossero a 38 euro (tariffa del dipendente semplice) si parla di 497 mila euro l’anno. Facendo una media siamo a 486 mila euro che si risparmierebbero se i dipendenti regionali pagassero l’abbonamento a prezzo intero, a 300 euro. E si tratta comunque di soldi pubblici, visto che, sia che paghi la Regione o sia che paghi Atc (che è pubblica), si tratta di soldi dei contribuenti.
In verità c’è di più. Secondo i dati forniti a ilfattoquotidiano.it da Atc, i titoli forniti alla Regione sarebbero non 1.900, ma 3.260, considerando anche organismi regionali come Arpa, Er.Go, Enea, Ervet, e a questo punto i prezzi lieviterebbero fino, forse, a raddoppiare rispetto a quei 496 mila euro.
C’è poi la Provincia di Bologna. Qui i dirigenti non possono usufruire dei prezzi speciali, ma per 627 dipendenti “semplici” (i dati sono della Provincia stessa, Atc ne comunica invece 700) c’è un abbonamento a 50 euro annui. In soldoni, se i 627 lavoratori pagassero il prezzo intero di 300 euro entrerebbero nelle casse pubbliche 156 mila euro in più. A Palazzo Malvezzi funziona così: Atc fa uno sconto di 90 euro, 160 li paga la Provincia, gli altri 50 sono a carico del dipendente.
Numeri grossi anche a Palazzo d’Accursio, dove gli abbonamenti in convenzione sono 1.408 (senza contare gli oltre 200 pacchetti di agevolazioni chiamate “Mi muovo” e gli sconti Trenitalia). I dipendenti comunali e i dirigenti (senza distinzione) possono usufruire di diversi pacchetti scontati oltre il 50%. L’abbonamento annuale urbano (il solito abbonamento a 300 euro prezzo pieno), per i lavoratori del Comune costa 115 euro.
In pratica, se ipoteticamente il Direttore generale del Comune, che guadagna 161 mila euro lordi annui, volesse un abbonamento Atc, lo pagherebbe (o forse lo ha già pagato) meno della metà di quello che pagherebbe un precario. Lo pagherebbe 105 euro in meno rispetto a uno studente. Il Comune per il solo rimborso di questo abbonamento dimezzato che in 1.171 dipendenti hanno scelto, spende (direttamente o tramite Atc, di cui è principale azionista) 216 mila euro.
Sempre tra i lavoratori del Comune in 105 hanno sottoscritto l’abbonamento extra urbano a zone: e anche in questo caso con sconti notevoli. Un esempio: per una zona, invece di pagare 230 euro il dipendente paga 77, per due zone 138 invece che 295 euro e via scontando.
Proprio pochi giorni fa il sindaco di Bologna, Virginio Merola, ha presentato un interessante pacchetto di agevolazioni per i bambini e per le famiglie. Un pacchetto che partirà da settembre e che costerà alle casse comunali 110 mila euro. Ma mentre i dipendenti e soprattutto i dirigenti continuano ad avere i loro prezzi super scontati, non si sa se le agevolazioni per bimbi e famiglie potranno essere rinnovate il prossimo anno, perché le casse comunali piangono.
Una cosa è certa, per viaggiare a prezzi più bassi le cose sono due: o si torna bambini o si diventa dipendenti pubblici, possibilmente dirigenti in Regione.