Le fonti “certe” cui il premier faceva riferimento non sono ulteriormente specificate, ma di certo tra i motivi che alimenterebbero il rancore del colonnello ci sarebbe la partecipazione dell’Italia alla guerra in Libia. “A Tripoli c’erano manifesti giganti che mi ritraevano con Gheddafi – proseguiva il premier – mentre ci stringevamo la mano. E lui ha preso il nostro intervento militare come un tradimento”.
Il Cavaliere ricordava la sua contrarietà iniziale a partecipare al conflitto. “A suo tempo avevo messo in guardia i nostri partner internazionali e anche in patria avevo spiegato che l’operazione non sarebbe stata facile e che ci avrebbe potuto danneggiare”. “Poi, davanti alle pressioni degli Stati Uniti, alla presa di posizione di Napolitano e al voto del nostro Parlamento – aggiungeva – che potevo fare? Non sono io a decidere. Ma vai a spiegarlo a chi è abituato a comandare come Gheddafi. Le regole della democrazia non le capisce”.