A Pagani, in provincia di Salerno, la libertà di stampa è stata per anni stritolata e messa a rischio dagli interessi e dalle pressioni del cartello criminale capeggiato dal consigliere regionale Pdl, nonché ex sindaco del Comune salernitano, Alberico Gambino, che godeva del sostegno incondizionato del clan Fezza-D’Auria Petrosino. A Pagani, Telenuova, la tv ‘vicina’ a Gambino – arrestato il 16 luglio scorso con le accuse di concussione, associazione a delinquere finalizzata allo scambio elettorale politico mafioso – e ai suoi fedelissimi ha goduto di appalti, erogazioni economiche, protezioni. Mentre Quarto Canale, la tv che invece denunciava il malaffare, è stata esclusa dal circuito delle commesse pubbliche e minacciata con metodi camorristici. Con tanti saluti al ruolo di controllo e di cane da guarda del potere che l’informazione dovrebbe esercitare, anche all’interno di una piccola comunità locale. Il fattoquotidiano.it lo aveva già raccontato all’indomani dell’arresto di Gambino (Leggi), ma ora è tutto nero su bianco in alcuni dei passaggi più duri delle 160 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare emessa pochi giorni fa verso altri sei presunti complici del cartello guidato dall’ex sindaco forzista più votato d’Italia (76% al primo turno nelle elezioni del 2007), poi eletto in Regione Campania nella primavera del 2010 con ben 27mila preferenze.
Il Gip di Salerno Gaetano Sgroia lo scrive chiaramente a pagina 145: “Il cartello criminale… ha limitato pesantemente la libertà di informazione, attraverso minacce e ritorsioni in danno dell’emittente “Caserta Tv-Quarto Canale” (il cui direttore Tiziana Zurro ricevette una busta con un proiettile dopo aver ospitato in trasmissione esponenti dell’opposizione, ndr) e attraverso finanziamenti ed agevolazioni in favore dell’emittente televisiva “Telenuova” vicina al Gambino”. Finanziamenti di 25.000 euro annui per trasmissioni tipo “filo diretto col sindaco” o altre migliaia di euro per la diretta televisiva dell’evento della Madonna delle Galline. Un dipendente del Comune di Pagani, Gennaro Ferrante, escusso il 19 luglio, quando Gambino è già in carcere a Fuorni da 4 giorni, afferma: “Non era corretto e non era legale dare tutti quei soldi. Per logica e prassi commerciale, era Telenuova che doveva pagare per l’esclusiva che le veniva concessa. Ma per quieto vivere rinunciai a denunciare ben comprendendo che Telenuova era la favorita del Gambino e che tale era il suo insindacabile indirizzo politico”.
L’addetta stampa di Gambino è anche redattrice di Telenuova. Telenuova “vicina” a Gambino è forse un termine riduttivo. Nelle carte si legge che l’addetta stampa di Gambino è anche redattrice di Telenuova. Quando sulla stampa locale escono le prime indiscrezioni sull’inchiesta in corso, l’addetta stampa-redattrice di Telenuova cerca di saperne di più e fa una serie di telefonate, intercettate e agli atti. “Ma il suo interesse non è esclusivamente giornalistico” sostiene il Gip, che ipotizza che stia cercando di ‘proteggere’ Gambino. Altre conversazioni tra gli uomini più vicini al politico azzurro fanno chiaramente intendere che Telenuova è tv amica e controllata.
Illuminante è la vicenda di una commessa di spot pubblicitari per l’evento “Pizza Festival” del 2009, prima assegnata a Quarto Canale e poi revocata, a gara conclusa e a fax di incarico già inviati, su ordine personale di Gambino, che peraltro in quel momento non era nemmeno sindaco in carica, ma sospeso per le conseguenze di una condanna non definitiva per peculato. Nel corso delle perquisizioni, i carabinieri della Tenenza di Pagani hanno rinvenuto a casa di un avvocato penalista, consigliere comunale del Pd, un cd con le registrazioni di alcune telefonate tra Vincenzo Belfiore, il proprietario di Quarto Canale, e il sindaco facente funzioni di Pagani, Bottone, relative proprio alla disdetta di quell’incarico. Il Pizza Festival venne poi trasmesso da Telenuova.
“L’ordine di penalizzarci proveniva dal Gambino”. Il 19 luglio scorso viene quindi chiamato a deporre Vincenzo Belfiore, il proprietario di Quarto Canale. Belfiore spiega l’astio di Gambino “con la poca disponibilità nel coprire le sue illegalità” e racconta che l’ex sindaco arrivò “a inviare una serie di fax coi quali comunicava alla nostra tv che aveva proibito ai suoi uomini di avere rapporti con noi”. Conclusioni: “La nostra volontà a non piegarci a ogni desiderio del Gambino di fatto faceva sì che egli, trovando terreno fertile in Telenuova, iniziasse ad eliminare la nostra televisione da ogni possibile beneficio, finanziamento e commissione, adottando invece nei confronti di Telenuova un comportamento totalmente diverso: questa tv diventava la sua voce e otteneva copiosi finanziamenti, che le consentivano di prosperare senza minacce o ritorsioni di sorta”.
“Sono scossa e intimorita dal Gambino e dai D’Auria Petrosino”. Eppure nell’estate 2009 Quarto Canale riuscì a ottenere l’incarico di mandare in onda gli spot del Pizza Festival. “Ma la dirigente responsabile del servizio finanziario del Comune, dottoressa Ferraioli, prima ci telefonò poi ci inviò un fax di revoca”. A quel punto un dipendente di Quarto Canale chiama la Ferraioli e registra la conversazione: “La Ferraioli, visibilmente impaurita, riferì che l’ordine di penalizzarci proveniva dal Gambino e quindi tutti gli spot furono svolti da Telenuova”. La Ferraioli conferma tutto: “Chiesi alcuni preventivi, quello di Quarto Canale era più vantaggioso: 500 euro contro gli oltre 2000 euro chiesti da Telenuova. Affidai il lavoro a Quarto Canale, scrissi anche una nota regolarmente recapitata all’emittente, poi andai a Casalvelino per un week end. Ma mi chiamò l’assessore Cascone che mi disse che il sindaco Gambino (ma era sospeso dall’incarico, ndr) aveva disposto di affidare il lavoro a Telenuova…. Ricevetti altre telefonate da Cascone e da Gambino… e fui costretta a revocare”. Il perché è spiegato nelle parole con le quali inizia il verbale: “Sono scossa e intimorita dal Gambino e dai D’Auria Petrosino, e pertanto ho agito sempre e solo in virtù della paura che per la mia incolumità e per quella della mia famiglia”.