Promosse Modena, Ravenna e Reggio Emilia. Rimandata Bologna. In Emilia Romagna la raccolta differenziata piace ma non tutte le città hanno lo stesso passo. E se Modena e Ravenna sono tra le più virtuose, brilla soprattutto Reggio Emilia dove la Provincia ha appena approvato un piano per arrivare al 67% di differenziata entro tre anni. Maglia nera invece al capoluogo, che con un misero 34,4% si posiziona appena sopra la media nazionale, ma molto sotto quella regionale (50,5%).
Nel complesso in Emilia Romagna la percentuale di raccolta differenziata cresce, confermando un trend che va avanti da diversi anni. Secondo i dati raccolti da Hera nei primi sei mesi di quest’anno, nei 181 comuni emiliano romagnoli serviti dalla multiutility, la percentuale di raccolta differenziata ha sfondato la soglia del 50%, di fronte al 48,8% del 2010 e del 31% del 2006. In testa alla graduatoria si piazzano Reggio Emilia, Modena e Ravenna. Le tre città entrano di diritto anche nei primi posti della classifica realizzata dall’Ispra. Secondo il rapporto “rifiuti urbani” stilato dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, tra le città con più di 150 mila abitanti Reggio Emilia vanta la più elevata percentuale di raccolta differenziata con il 49,9%, seguita da Modena (47,4%), Ravenna e Parma (entrambe ferme al 45,2%).
E non solo. La Provincia di Reggio Emilia ha cancellato ufficialmente la costruzione di un nuovo inceneritore, prevedendo l’estensione della raccolta porta a porta a un totale di oltre 250.000 abitanti (la metà della popolazione) per raggiungere entro tre anni il 67% di raccolta differenziata su tutto il territorio. L’unico nuovo impianto previsto è un impianto a “freddo” senza combustione di Trattamento Meccanico Biologico che verrà realizzato a Gavassa, frazione alle porte di Reggio.
La scelta è arrivata da parte della Provincia, dove a spingere per questa soluzione sono stati l’assessore all’ambiente Mirko Tutino e l’assemblea dei Comuni che fanno capo all’Ato di Reggio Emilia. Nel 2010 la raccolta differenziata nell’intera provincia di Reggio si è attestata sul 58,4%, ma ora si vuole estenderla ad altre frazioni. Un metodo che l’allora assessore all’ambiente del Comune di Reggio Pinuccia Montanari dei Verdi (oggi a Genova) varò nel capoluogo già nel 2006, quando si oppose alla costruzione di un inceneritore da 150.000 tonnellate.
(g.z.)