Una trentina di “pizzini”, che contengono nomi in codice, sigle, ricevute criptate, sono finite nelle 400 pagine depositate la scorsa settimana dai pm Mapelli e Macchia. Sono indirizzate all’ex presidente della Provincia di Milano e agli uomini del “sistema Sesto San Giovanni”: estratti conto, appunti scritti a mano, sigle che identificherebbero i destinatari – “xBruno”, “DG”, “V/P”, “Presidente”, “Di Caterina”, “Giulia per DG” – affiancati dall’importo versato dall’imprenditore. A volte poche migliaia di euro, tra i 2500 e i 7500, che vanno ad aggiungersi a quelli di decine e decine di milioni di lire che ha documentato Di Caterina, tra cui anche il versamento record da un miliardo di lire sotto la voce “crediti verso Penati/Vimercati”.
Ora la procura di Monza e la Guardia di finanza dovranno capire cosa si cela dietro queste annotazioni e come Di Caterina – prima grande amico di Penati, poi grande accusatore – abbia gestito i soldi che dice di aver dato e ricevuto. Secondo l’imprenditore e Giuseppe Pasini – il costruttore che avrebbe pagato fino a 5 miliardi di lire di tangenti per sbloccare la riqualificazione delle aree della ex Falck – il denaro è stato versato a Penati, braccio destro di Pier Luigi Bersani. Poi, i soldi sarebbero serviti anche a finanziare il partito di Sesto San Giovanni, Comune di cui l’ex presidente della Provincia di Milano è stato sindaco dal 1994 al 2001. Nonché l’attività politica e le campagne elettorali della federazione milanese dei Ds.
Presto la procura convocherà molti degli indagati, alcuni politici e Bruno Binasco, manager del gruppo Gavio, non solo per capire modalità e ragioni dei passaggi di denaro, ma anche per vagliare tutti i filoni nati dall’inchiesta: le tangenti per sbloccare la riqualificazione dell’area Falck e quelle relative al sistema di trasporto locale del Sitam, la supervalutazione della Serravalle, le società off-shore degli imprenditori Grossi e Zunino, i rapporti tra professionisti locali e assessori, fino alla possibilità che esista un sistema capillare di corruzione anche per pratiche edilizie di privati cittadini.