Le due medaglie d’oro di Federica Pellegrini, sempre più protagonista del nuoto di velocità declinato al femminile. Ma anche del gossip per via di colleghi che diventano fidanzati e viceversa. E l’oro del Settebello, un gruppo di straordinari guerrieri che hanno raggiunto il gradino più alto del podio nella pallanuoto, come non succedeva dai primi anni Novanta. Questi i successi italiani ai mondiali di nuoto che si sono chiusi ieri a Shanghai.
Ma anche i due argenti rimediati da Fabio Scozzoli, 22enne romagnolo con il talento dei grandi nelle gare che premiano chi nuota più veloce nei 50 e 100 metri rana. Per lui, la soddisfazione è di quelle che non si dimenticano. E non tanto per aver dato filo da torcere a campioni di lungo corso che non avrebbe mai pensato di lasciare dietro. No, la vera soddisfazione per Scozzoli, parole sue, è la cuffia ricevuta in regalo dal suo mito, il prodigioso giapponese Kosuke Kitajima, una vera autorità nella rana.
A proposito di velocità, grandi applausi anche per Luca Dotto, argento nei 50 metri stile libero. Si è piazzato alle spalle del fenomeno brasiliano César Cielo, che nei giorni scorsi ha trovato spazio nelle cronache sportive anche per l’uso non regolare di un diuretico che gli è quasi costato il mondiale. Dotto ha fatto un’impresa che valeva da sola il prezzo del biglietto aereo. Era al primo mondiale, ha vent’anni, doveva vedersela contro alcuni dei più grandi velocisti di sempre. E ha fatto tombola. Roba da fuoriclasse.
L’ultima medaglia d’argento made in Italy se l’è guadagnata Martina Grimaldi nella 10 chilometri femminile. Ha centrato il risultato che vale un posto nella storia dopo aver rischiato di finire bollita come un’aragosta nell’acqua del mare cinese. La temperatura diceva trenta gradi, cinque-sei in più rispetto a quella che si registra in questi giorni nell’Adriatico al largo di Rimini. E cinque-sei gradi di differenza non sono pochi, provare per credere. Ne sa qualcosa la Consiglio, altra rappresentante italiana, che è stata vittima di un attacco di panico mentre tentava di fare il suo. Cartellino rosso per l’organizzazione. Un’altra prova così e siamo costretti a recuperare gli atleti con il cucchiaino.
Completano il medagliere di casa nostra, le due medaglie di bronzo che hanno trovato posto sul collo di Tania Cagnotto (l’incidente in motorino non ha aiutato senz’altro) e su quello di Alice Franco, terza nella 25 chilometri femminile.
La spedizione italiana porta a casa complessivamente tre ori, quattro argenti e due bronzi: nove medaglie in totale. Più o meno quante ne aveva guadagnate ai Mondiali di Roma del 2009. Ma allora era finita al settimo posto nella classifica generale, mentre invece a Shangai è andata meglio, quinta piazza, che non è proprio malissimo se si considera che là davanti c’è il trio delle meraviglie composto da Stati Uniti, Cina e Russia, imprendibili per tradizione. Piatto ricco per il Brasile, che finisce al quarto posto grazie alle quattro medaglie d’oro che è riuscito a collezionare nel corso della manifestazione. Soltanto quattro medaglie in tutto, è vero, ma del metallo più prezioso e sono quelle che fanno la differenza. Anche in termini di ritorno economico per gli atleti che le vincono. Ventimila euro l’una, ecco quanto si ritira dalla cassa a fine mondiale. Per carità, rispetto ai guadagni a sette cifre dei colleghi del pallone, poco meno che nulla. Non così negli Stati Uniti dove, se si dimostra di essere in grado di salire sul gradino più alto del podio, si cominciano a ricevere bonifici che farebbero la felicità anche degli sportivi da copertina.
Un caso a parte è quello di Federica Pellegrini, che pure se italiana, fattura già cifre di tutto rispetto. Merito di un manager che la segue in ogni dove e che raccoglie (e valuta) per lei le decine di proposte commerciali che arrivano al suo indirizzo. E’ la regina della piscina, nuota più veloce di tutte le altre, e non da oggi. E’ brava, ha un talento da vendere (ecco, ci risiamo) e piace al pubblico degli sponsor. Che grazie a lei si divertono a fine mese quando è ora di fare i conti delle entrate. Fa concorrenza a livello mondiale a un certo Michael Phelps, ovvero, il nuoto negli ultimi dieci anni. Phelps, la leggenda della velocità in acqua, l’uomo con le pinne, “il cannibale di Baltimora” e tante altre cose. Si diceva della Pellegrini. Che oltre ad accumulare trofei in bacheca fa capolino anche sulle pagine dei giornali di gossip perché pare abbia l’abitudine di scegliere i propri partner tra i colleghi di vasca. Ai mondiali di Shangai si dice che abbia dato il benservito all’ex Marin per accettare le lusinghe di Magnini. Cosa c’entra il gossip, direte voi. Lo insegna il marketing. Il gossip fa incassare denaro come se piovesse, quando non è distruttivo. Finché si parla di questioni di cuore, nessuno si preoccupa, anzi.
di Dario Pelizzari