Dopo il massacro di Hama, almeno 24 persone sono state uccise dalle forze di sicurezza in varie zone del paese. Oggi entrano in vigore i provvedimenti dell'Unione europea contro cinque esponenti del regime di Assad. Nulla di fatto, invece, al Consiglio di sicurezza dell'Onu
Oggi è la giornata delle sanzioni diplomatiche. Oltre al richiamo dell’ambasciatore Amerio, il governo italiano ha deciso di sospendere qualunque attività di cooperazione con la Siria, escluse quelle umanitarie rivolte ai profughi, ha precisato alla Camera il sottosegretario agli Esteri Stefania Craxi. Oggi, con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione, scattano anche le sanzioni decise dall’Europa. Le misure contemplano il congelamento dei beni e il divieto di viaggio nel territorio comunitario per cinque uomini del regime. Colpiti il generale Ali Habib Mahmoud, ministro della Difesa ritenuto responsabile della repressione contro la popolazione civile; Mohammad Mifleh, capo dell’intelligence militare siriana ad Hama; il maggiore generale Tawfiq Younes, capo del dipartimento di sicurezza interna; Mohammed Makhlouf, stretto collaboratore e zio materno di Bashar al-Assad; Ayman Jabir, anche lui direttamente coinvolto negli atti di violenza. Nella lista non figura però il presidente Assad.
Niente di fatto, invece, alla riunione del consiglio di sicurezza dell’Onu, svolta a porte chiuse e durata oltre un’ora. La riunione è stata aggiornata nel tentativo di trovare un’intesa tra i membri del Consiglio per giungere a una condanna della violenta repressione messa in atto dal regime.