Tante le autorità dello Stato assenti a Bologna. Assenti, ma che hanno commentato da lontano le commemorazioni per il trentunesimo anniversario della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980. A iniziare da Gianfranco Fini, presidente della Camera dei deputati, per il quale la memoria di quell’attentato “un alto motivo di incitamento” per la difesa dei valori di libertà e legalità. In una nota che ha scritto al sindaco di Bologna, Virginio Merola, e al presidente dei familiari delle vittime, Paolo Bolognesi, ha aggiunto: “Il ricordo di quell’attentato deve costituire un fattore di rafforzamento della cultura democratica dell’Italia, nell’impegno costante di istituzioni e società civile a fare piena luce su una stagione di folle violenza terroristica”.
E Renato Schifani, presidente del Senato della Repubblica, a mezzo telegramma ringrazia Bolognesi e i familiari “per la lotta all’oblio nel nome della verità a cui hanno dedicato la loro vita in questi anni”. Sullo stesso tema aggiunge Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica: “Merita gratitudine e apprezzamento la passione civile con la quale l’associazione si batte per l’ulteriore accertamento della verità storica e processuale”.
Dunque le conoscenze mancanti nella ricostruzione di ciò che determinò l’attentato bolognese del 1980 sono una costante nelle parole dei rappresentanti di alcune istituzioni. Ma ancora l’assenza del governo ritorna in altre dichiarazioni. Come quella di Fabio Granata (Futuro e libertà), per il quale la partecipazione di palazzo Chigi “rappresentava un dovere imprescindibile, oltre ogni timore di contestazioni. È una assenza vergognosa e imperdonabile così come vergognosa resta il persistere del segreto di Stato”.
E ancora, sempre a proposito del governo che non c’è in piazza Medaglie d’Oro, per Enzo Carra (Udc), “noi in questa aula siamo abituati alla assenza del governo ma noi siamo poco cosa: quelli sono i parenti delle vittime e il governo non se li può scegliere. Al massimo qualche volta il governo può scegliere le vittime” per quanto la strage del 2 agosto rappresenta l’apice del terrorismo, un “terrorismo strano su cui poco o nulla si è indagato e capito”.
Sandra Zampa (Pd) spera che “il governo ripari con un segnale di attenzione” mentre Fabio Evangelisti (Idv) ha parlato di un atteggiamento che “offende Bologna e l’Italia tutta”. Le parole di Luigi Li Gotti, capogruppo dell’Italia dei Valori in commissione Giustizia del Senato, raccontano di un “governo vuole rimuovere e dimenticare. Il popolo italiano merita rispetto e vuole che la memoria non venga cancellata perché fa parte della nostra storia. Noi ci inchiniamo con dolore e avremmo voluto che questo fosse l’unico sentimento. Invece dobbiamo convivere con lo sconcerto per la latitanza del governo e con l’aridità d’animo dei nostri governanti”.
Infine per Luigi De Magistris, neosindaco di Napoli, su Bologna “si addensa l’ombra del depistaggio, anche istituzionale, portato avanti per anni in sfregio della sofferenza dei familiari delle vittime, quella stessa sofferenza acuita ancora oggi dalla mancata abrogazione del segreto di Stato”. All’apertura del consiglio comunale, ha detto anche che si tratta di “un segreto, quest’ultimo, che nega verità e giustizia al Paese intero e che macchia di colpa lo Stato medesimo”.
(a.b.)