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La verità di Giovanardi

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E’ passata sotto silenzio l’incredibile esultanza del senatore Giovanardi e del Dipartimento Nazionale Lotta alla Droga per una sentenza del Consiglio di Stato olandese che, in buona sostanza,  diceva che non è possibile negare, a livello di amministrazione comunale, l’accesso degli stranieri ai coffee shop (locali dove, regolamentata, è libera la vendita di cannabis).  Per il supremo tribunale tale decisione deve esser presa esclusivamente dal parlamento.

Giovanardi, e con lui l’intero Dipartimento hanno letto la sentenza come chiusura totale, prossima e ventura dei  coffee-shop all’interno di salti logici che solo loro hanno intravisto. Hanno aggiunto il solito repertorio da avanspettacolo vetero-proibizionista tra cui va annoverata una gigantesca balla: ci ricordano i capoccioni della lotta alla droga che “è provato scientificamente che la politica permissiva e tollerante verso l’uso favorisce l’aumento del consumo soprattutto tra i più giovani”.

Si dà il caso che l’Olanda con le sue leggi permissive è tra gli ultimi posti nella diffusione di droghe leggere come ci dice (più scientificamente della parlata emiliana di Carlo Giovanardi) l’Osservatorio Europeo di Lisbona. Al contrario paesi come l’Inghilterra e la stessa Italia svettano in questa classifica pur non avendo, per mano dello stesso Giovanardi,  legislazioni particolarmente permissive nei confronti delle droghe illegali.

Se poi volessimo allargare il nostro orizzonte verso paesi altri si potrebbe scoprire che gli stessi Stati Uniti, iper severi nei confronti della cannabis, godono del più alto tasso di consumo tra i propri giovanotti.

Siamo alle solite: Giovanardi in nome e per conto di dio invece di dedicarsi seriamente alla attività politica fa solo propaganda. La novità e che nemmeno i giornali italiani se lo filano più. Stufi della sua difesa del Lambrusco e della condanna della Cannabis ogni giornalista lo ascolta e, come in un set cinematografico, lo licenzia con un secco “Buona la prima“.

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