Cronaca

Afghanistan, esplosione a Herat<br>Quattro italiani feriti

Ancora un attacco ai militari italiani in Afghanistan, dopo un luglio di fuoco costato la vita a tre paracadutisti. Questa volta però nell’esplosione che ha investito il blindato sono rimasti feriti quattro bersaglieri che erano di ritorno da un’attività operativa.

L’attacco è avvenuto poco dopo le 12 locali a circa cinque chilometri a sud dell’aeroporto di Herat, la città dove si trova il quartier generale italiano e la maggior parte degli oltre 4.200 militari impegnati nella missione Isaf. I quattro bersaglieri, che fanno parte della task force Centre, tornavano da un’attività pianificata nel villaggio di Siah Vashian, nel distretto di Herat, ad una quindicina di chilometri dalla città: il convoglio stava attraversando la zona a sud dell’aeroporto quando è esploso uno Ied, uno dei tanti ordigni artigianali improvvisati che infestano le strade dell’Afghanistan, già responsabili della morte di diversi militari italiani.

Stavolta però ‘San Lince’, come lo chiamano i militari, ha retto e l’onda d’urto dell’esplosione non ha provocato grossi danni. I quattro militari di stanza all’undicesimo Reggimento bersaglieri di Orcenico Superiore di Zoppola (Pordenone), inquadrato nella brigata Ariete, hanno infatti riportato varie fratture agli arti inferiori, ma nessuno è in pericolo di vita. Uno solo è stato sottoposto a un intervento chirurgico nell’ospedale militare di Camp Arena, mentre le condizioni degli altri tre non destano preoccupazioni: i bersaglieri hanno potuto contattare direttamente le famiglie per tranquillizzarle.

Resta il fatto che la situazione in Afghanistan è sempre più a rischio per i nostri militari. “Le minacce sono frequenti – sottolinea il ministro della Difesa Ignazio La Russa – e ogni giorno i nostri militari devono fronteggiare pericoli molto seri. Oggi però, come in tante altre occasioni, il Lince ha fatto il suo dovere. Il guaio grosso è che, purtroppo, altre volte non ce l’ha fatta a proteggere i nostri uomini”. Contro l’esecutivo si scaglia però Antonio Di Pietro, secondo il quale “anche oggi come accade ormai quasi tutti i giorni, abbiamo assistito ad un attacco contro i nostri militari: avremmo dovuto esser lì per portare la pace – attacca il leader dell’Idv – e invece, ogni giorni, i nostri soldati rischiano di morire inutilmente, giacchè li si sta facendo una guerra civile e non solo una lotta al terrorismo”.

L’attentato è stato rivendicato dai talebani con un comunicato pubblicato sul loro sito internet. Nel documento il portavoce del movimento afghano Qari Yousuf Ahmadi ha sostenuto che “almeno cinque invasori sono stati uccisi verso mezzogiorno in un attacco con un rudimentale ordigno esplosivo”. Parole che non hanno trovato conferma né da fonti italiane né da fonti ufficiali afghane. Lo scoppio, ha aggiunto il portavoce del movimento, “ha gravemente danneggiato il mezzo blindato su cui viaggiavano quando la pattuglia di cui facevano parte è passata nell’area di Siyashan, nel distretto di Injeel”.