L’ipotesi di reato è di omicidio colposo e indagato è un pediatra cinquantenne che presta servizio al pronto soccorso dell’ospedale di Bentivoglio. Questo quanto contenuto nel fascicolo aperto dal sostituto procuratore della Repubblica di Bologna Lorenzo Di Giorgio dopo la morte, avvenuta nella prima mattina del 3 agosto, di una bambina di 6 mesi a cui era stata diagnosticata una gastroenterite iniziale.

In un primo momento l’indagine era a carico di ignoti, ma il pubblico ministero, dopo aver valutato con il medico legale Matteo Tudini il materiale raccolto dai carabinieri, ha deciso di procedere con l’iscrizione come atto di garanzia in vista dell’autopsia, che sarà effettuata forse già sabato prossimo, in modo che il pediatra possa nominare un proprio perito. Da stabilire poi se la piccola soffrisse di patologie che possono aver concorso al decesso, elemento al momento non contemplato perché la bambina, che abitava a San Pietro in Casale con i genitori, rispettivamente di 35 e 36 anni, non aveva una storia clinica che facesse temere per la sua vita.

La cartella clinica, sequestrata dopo la denuncia presentata dalla madre e dal padre, risulta infatti poco corposa e questo farebbe ritenere che la piccola fosse sana. Quando il 2 agosto, dunque, i genitori si sono rivolti prima al sostituto del pediatra di famiglia, lo hanno fatto per sicurezza dato che la figlia vomitava da ore e presentava sintomi di disturbi gastrointestinali. Al telefono il primo medico avrebbe suggerito alcuni accorgimenti consigliando alla coppia di rivolgersi al pronto soccorso nel caso i problemi non si fossero ridimensionati o addirittura fossero peggiorati.

Così accade e la bambina viene portata all’ospedale di Bentivoglio nel corso della giornata. Dai documenti sequestrati dai carabinieri risulterebbe che la visita d’urgenza sarebbe durata 13 minuti al termine dei quali la piccola è stata dimessa con una diagnosi di gastroenterite iniziale. E con le prescrizioni del caso. Ma la situazione precipita nelle prime ore del 3 agosto.

Alle 5 del mattino, quando arriva l’ambulanza del 118, la bambina è cianotica e presenta una grave insufficienza respiratoria. Medici e paramedici tentato di rianimarla e stabilizzarla per oltre un’ora, ma quando il mezzo di soccorso arriva all’ospedale – alle 6.41, dicono i documenti – non è possibile che constatarne la morte, avvenuta nel corso del trasporto.

Sul referto di morte al momento è stato scritto, alla voce cause, una forma di insufficienza respiratoria ab ingestis, causata cioè da cibo o vomito finito nei polmoni. Ora sarà l’autopsia a stabilire se quando stabilito in ospedale sia corretto. Ma soprattutto gli investigatori vogliono vederci chiaro anche su un altro aspetto: l’ospedale non avrebbe informato subito l’autorità giudiziaria del decesso della bimba, forse non ritenendolo uno di quei “casi sentinella” che prevedono l’obbligo di notifica del referto.

I carabinieri ne sono stati informati solo alle 15 del 3 agosto, quando i genitori della bambina si sono presentati alla caserma di Bentivoglio per sporgere denuncia, chiusa 3 ore più tardi e inviata alla procura della Repubblica. Solo a quel punto i vertici dell’ospedale avrebbero diffuso un comunicato in cui, esprimendo cordoglio per la famiglia, hanno ricostruito l’arrivo della piccola al pronto soccorso.

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